Daniela Conti prima di intraprendere il suo percorso professionale frequenta il corso di Laurea in Giurisprudenza presso lโUniversitร degli Studi di Parma dove successivamente si specializza nelle Discipline del Lavoro. Dopo aver consolidato la propria esperienza professionale nellโindustria metalmeccanica, prima come consulente presso lโAssociazione Industriale Bresciana e poi come HR Manager Europe di una multinazionale americana, approda al settore sanitario. Dal 2008 รจ Direttore Risorse Umane di Fondazione Poliambulanza, Istituto Ospedaliero multi specialistico dโeccellenza dove, ogni anno, vengono effettuati complessivamente 32.000 ricoveri, 410.000 accessi per attivitร ambulatoriale e nascono circa 2.700 bambini. Negli ospedali, dove il costo del personale costituisce il principale costo per lโorganizzazione, la qualitร delle cure percepita dai pazienti รจ data dalle competenze professionali, dal commitment degli operatori e dalla loro motivazione. Come Direttore Risorse Umane si occupa di realizzare tali condizioni. Eโ docente di Diritto del Lavoro ai corsi di Laurea in Infermieristica e al Master per le Funzioni di Coordinamento della Facoltร di Medicina di UNICATT.
Come sta cambiando la figura del direttore del personale rispetto alla rivoluzione epocale che stiamo vivendo nella societร , nellโeconomia e nel mondo del lavoro? Si tratta di un ruolo chiave per gestire questa fase di cambiamento e transizione verso lโera della robotica e dellโintelligenza artificiale? I profondi cambiamenti che il mondo del lavoro sta avendo ormai da alcuni anni hanno richiesto un cambiamento anche nella figura del Direttore del Personale, che oltre a dover continuare ad avere un bagaglio culturale che gli consenta di muoversi nel rispetto delle norme e di cogliere le opportunitร in termini di flessibilitร e agevolazioni che in alcuni casi prevedono, deve integrare il suo โtools kitโ con una profonda conoscenza del business, nel quale opera, nonchรฉ strumenti per sviluppare le soft skills, per poter attuare iniziative per mantenere viva la motivazione e implementare percorsi di crescita individuale, che siano in grado di integrare gli obbiettivi aziendali con quelli individuali.
Il tema del benessere in azienda รจ molto diffuso. Come si realizza in concreto e quali sono le leve da attivare? Io stare bene allโinterno del contesto in cui si lavora รจ un prerequisito per avere una migliore performance lavorativa. Non esiste a mio parere una ricetta da seguire per migliorare il benessere in azienda. Le leve da attivare per essere efficaci devono partire dallโanalisi dei bisogni e delle aspettative delle persone che lavorano in un determinato contesto aziendale. Senza attribuire maggiori responsabilitร di quelle tipiche di un datore di lavoro, maggiore รจ il grado di soddisfacimento che questโultimo riesce a garantire maggiore sarร il livello di benessere in azienda.
Il welfare aziendale รจ uno strumento di grande attualitร che si sta sviluppando in modo capillare soprattutto negli ultimi anni. Tramite questi strumenti lโazienda ottiene una molteplicitร di benefici con ricadute positive anche a livello sociale. Che ne pensa? Sono una sostenitrice del welfare aziendale, strumento dai molteplici effetti positivi, sia a livello di azienda che di territorio nel quale le aziende che attuano i piani di welfare sono inserite. In Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero dal 2008 attuiamo iniziative di work -life balance, che da alcuni anni, sono confluite integrate da altre iniziative in articolati piani di welfare aziendale, che stanno consolidando il senso di appartenenza e la retention.
La dimensione spazio-temporale del lavoro e della sua organizzazione stanno cambiando. Il tempo e il luogo di lavoro sono sempre meno vincolanti, anche se non per tutte le realtร . Parliamo di smart working e di work-life balance. A che punto siamo? Lo smart working costituisce un importante strumento di work life balance, anche se, a mio parere, per non essere emarginante deve essere strutturato in modo tale da consentire un costante collegamento con lโazienda affinchรฉ la/lo smart worker sia, e si senta, coinvolto nellโorganizzazione. Sia per lo smart working che altre iniziative aziendali in tema di work-life balance, la strada da percorrere รจ solo allโinizio poichรฉ si tratta di temi allโattenzione di una platea limitata di aziende ancora ristretta. Eโ necessario ampliare questa platea facendo conoscere i benefici che le politiche di conciliazione generano anche in termini di redditivitร delle imprese nelle quali sono state attuate.
Nellโeconomia della conoscenza le risorse principali su cui investire e che rappresentano un vantaggio competitivo sono i talenti. Alcuni consulenti di McKinsey nel lontano 1997 hanno teorizzato addirittura la โguerra dei talentiโ tra le aziende. Oggi parliamo di giovani talenti che appartengono alla generazione dei Millennials ma anche alla Generazione Z. Come si attrae e trattiene un talento e perchรฉ รจ cosรฌ importante? Le persone e le loro competenze sono inseriti a pieno titolo tra gli asset aziendale. I talenti si attraggono e trattengono proponendo posizioni e costruendo percorsi di crescita che consentano alle persone di poter esprimere il loro potenziale ed avere feed-back positivi e gratificazioni al raggiungimento degli obbiettivi che devono essere concordati con lโazienda.
La robotica e lโintelligenza artificiale stanno progressivamente trasformando lโazienda e il lavoro. In che modo stanno cambiando anche lโattivitร della funzione HR? Ci sono giร diversi ambiti di applicazione come per esempio nella fase di selezione del personale? Si lโintelligenza artificiale sta acquisendo spazio nella selezione del personale consentendo di velocizzare, ad esempio, la fase di screening dei cv, ma non condivido lโidea che possano sostituirsi completamente ad un colloquio di selezione nel quale poter sondare quegli aspetti personali che solitamente ci indirizzano a scegliere un candidato.
Lโazienda, a volte, si trova di fronte la necessitร di procedere a licenziamenti collettivi. Come si gestisce questa fase critica? Nel mio percorso professionale mi sono trovata in piรน occasioni a gestire processi di riorganizzazione aziendale che comportavano anche licenziamenti collettivi. Ho sempre gestito questi processi con grande senso di responsabilitร , ovvero nella consapevolezza che le scelte che si stavano realizzando avrebbero avuto un impatto sulla vita delle persone coinvolte.
Le relazioni sindacali in questi anni sono molto cambiate. La dimensione aziendale รจ sempre piรน importante. Quali sono gli elementi di innovazione che vede o che auspica nelle relazioni industriali? Il dialogo tra datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori รจ uno strumento fondamentale per affrontare sia le situazioni di difficoltร che di sviluppo aziendale. Auspico un completo affrancamento dagli scemi conflittuali di relazioni industriali ed un maggiore coraggio nel sottoscrivere accordi che pongano le basi per modelli organizzativi innovativi.
Se fosse Ministro del Lavoro quale sarebbe il primo provvedimento che promuoverebbe? Ripristinerei gli incentivi alle aziende che assumono persone a tempo indeterminato e parallelamente renderei piรน efficaci i controlli sul quelle che fanno dumping non rispettando le norme di diritto del lavoro e gli obblighi previdenziali. In altri termini premierei le aziende che garantiscono rapporti di lavoro gestiti nel rispetto del quadro normativo e agirei con maggiore fermezza nei confronti di coloro che non lo fanno. Infine, una domanda personale. Come e perchรฉ si decide, ad un certo punto della propria vita, di diventare direttore del personale? Perchรฉ le persone resteranno sempre il cuore dellโazienda