Accenture è stata ufficialmente certificata da Top Employers Institute come una delle prime tre aziende “Top Employer Italia 2020”. Le aziende certificate Top Employers si distinguono per l’impegno nel fornire le migliori condizioni di lavoro ai propri dipendenti e per l’attuazione di Best Practice che mettono le persone al centro.
I riconoscimenti. Accenture, che riceve la certificazione Top Employers per il decimo anno consecutivo, quest’anno ha conquistato il podio, aggiudicandosi il terzo posto in classifica distinguendosi nelle seguenti aree: ricerca di nuovi talenti (talent acquisition); inserimento, formazione e valorizzazione delle competenze (on boarding); crescita di carriera e sviluppo della leadership.
I dati. In particolare, Accenture, con oltre 16 mila dipendenti in Italia, ha scelto di puntare sulla ricerca, formazione e valorizzazione di figure professionali con un background ibrido, che coniughino competenze sia scientifiche che umanistiche, anche per raggiungere l’obiettivo di parità di genere delle proprie risorse (50% donne – 50% uomini) entro il 2025. Un approccio bilanciato che facilita l’accesso e lo sviluppo di carriera delle donne, solitamente meno presenti in percorsi accademici di tipo STEM.
“In Accenture ci troviamo in un momento storico che, usando un neologismo, potremmo definire “stemanesimo”, dichiara Raffaella Temporiti, Responsabile Risorse Umane di Accenture Italia. Si tratta di uno scenario che nasce dal superamento del dualismo tra corsi di laurea Stem/Non Stem, sensibilità umanistiche Vs competenze tecnologiche e che beneficia dell’apporto combinato di entrambe le parti. Forti di questa convinzione, abbiamo sviluppato percorsi di formazione interni per i nostri talenti volti a favorire e valorizzare lo sviluppo di nuove professionalità, incentiviamo il dialogo con le Istituzioni e continuiamo a dialogare con le università per creare nuovi percorsi che coniughino entrambe le competenze”.
Investire su figure professionali ibride rappresenta anche una risposta all’incertezza che caratterizza i cosiddetti “lavori del futuro”, ovvero tutte quelle professioni legate alle nuove tecnologie, oggi sempre più strategiche. Secondo uno studio Accenture Strategy, il 65% dei bambini di oggi avrà un lavoro che non è ancora stato definito ed entro il 2020 più di un terzo (33%) delle competenze che verranno richieste per accedere al mondo del lavoro proverranno da quelle che oggi sono considerate di scarso valore.