“La filiera delle costruzioni è stata il principale motore della crescita italiana dopo la pandemia, con un livello del valore aggiunto che oggi è superiore di oltre il 30% rispetto a quello pre-covid. La ripresa, iniziata nella seconda parte del 2020, è stata spinta dagli incentivi fiscali e dalle misure previste nel PNRR, ma ha rallentato dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino a causa dell’impatto degli elevati prezzi energetici sul potere d’acquisto delle famiglie e per gli effetti dell’aumento dei tassi della BCE sugli investimenti delle imprese. Gli incentivi hanno spinto gli investimenti in costruzioni che hanno accelerato nella seconda metà del 2023, nonostante l’aumento del costo del denaro e dei prezzi delle abitazioni, raggiungendo un picco a fine anno. Quello delle costruzioni è un comparto che da sempre rappresenta uno dei settori chiave per la crescita economica dell’Italia”.
Lo dichiara Giovanni Pelazzi, Presidente di Argenta Soa (http://www.argentasoa.it), una delle principali società organismo di attestazione che certifica le aziende per la partecipazione alle gare pubbliche, in occasione della pubblicazione del Report sul 2023 e sui primi mesi del 2024 della filiera delle costruzioni” realizzato dagli analisti del suo Centro Studi e inviato alle Commissioni competenti di Camera dei Deputati e Senato.
“La sicurezza sul lavoro-prosegue Pelazzi- deve essere la priorità per tutte le normative per il settore. E’ fondamentale garantirla, come ribadito anche da Ance, Confindustria e dai sindacati, sia nei cantieri pubblici che nei cantieri privati a tutela non solo degli operatori economici ma anche dei cittadini”.
Costruzioni trainanti per l’occupazione
“661.000 unità rispetto al pre-Covid, con il settore delle costruzioni che ha contribuito maggiormente (+203.000 unità) – secondo i dati del Centro Studi – tuttavia, nel quarto trimestre 2023, l’occupazione nel settore delle costruzioni era più bassa del 3,7% rispetto al picco, avendo colpito soprattutto i giovani lavoratori. Il PNRR potrebbe contribuire a sostenere una ripresa dell’occupazione nel settore, con oltre 60.000 nuovi posti di lavoro annuali previsti nel periodo 2024-26. Ma ci sono difficoltà nel reperire giovani lavoratori mentre vi sono molti addetti prossimi al pensionamento (baby boomers). Il rapido aumento dei prezzi tra il 2021 e la prima metà del 2023 e i rialzi dei tassi di interesse decisi dalla BCE hanno avuto un impatto negativo sul settore delle costruzioni. Il tasso di riferimento, portato al 4,5% a settembre, ha fatto salire il costo del credito, riducendo gli acquisti di abitazioni e i lavori di ristrutturazione. I prezzi delle abitazioni sono aumentati del 20% tra il 2021 e il 2023, stabilizzandosi fino a febbraio 2024”.
Cauta attesa: L’incertezza del superbonus
“Secondo l’indagine mensile ISTAT sulla fiducia – spiega Pelazzi – gli imprenditori del settore edile mantengono una cauta attesa. Le aspettative sui piani di costruzione sono in lieve peggioramento, influenzate negativamente dalle modifiche al Superbonus ma, in prospettiva, saranno impattati positivamente dai progressi del PNRR. I prezzi delle materie prime necessarie per le costruzioni sono in decelerazione, ma persistono preoccupazioni per l’incertezza determinata dal Superbonus, l’aumento dei prezzi delle case e la carenza di lavoratori. Il governo, limitato dal nuovo Patto di Stabilità e crescita, ha ridotti margini per politiche fiscali espansive, necessitando maggiore prudenza economica”.
Cosa pensano le imprese?
“Ciò che è emerso dall’andamento delle survey nel 2023 – dichiara il presidente di Argenta SOA – rileva che il settore delle costruzioni in Italia è influenzato da diverse criticità. Nonostante l’impatto significativo del PNRR, con 108 miliardi di euro destinati al comparto, ci sono preoccupazioni per la rimodulazione delle misure del Piano e ritardi nei pagamenti della PA. Solo il 39% delle imprese è ottimista sulle prospettive future, mentre il 48% teme che i progetti infrastrutturali non verranno realizzati. Inoltre, il 70% delle imprese preferisce rimandare nuovi investimenti a causa delle incertezze economiche e dei costi di finanziamento elevati. Il nuovo Codice degli Appalti è visto positivamente per la semplificazione normativa, ma richiede tempo per essere applicato efficacemente”.