I recenti cambiamenti hanno avuto un impatto significativo sulle politiche di spesa aziendale, creando confusione tra la forza lavoro, ma la situazione attuale offre alle aziende l’opportunità di fare un passo indietro e rivedere le politiche che hanno adottato per adeguare la loro posizione a quello che potrebbe essere un futuro diverso.
I dati. A livello europeo infatti, rimane ancora molta confusione su quanto i dipendenti possano spendere per attrezzarsi a lavorare da remoto. Il sondaggio “Home Office” di SAP Concur indaga sulle spese di telelavoro tra 6.812 dipendenti in 8 mercati europei e rivela che solo il 15% dei dipendenti italiani è stato informato su come gestire le spese durante il lockdown, risultando tra i più disinformati dopo i lavoratori francesi (12%), mentre i più informati sono i lavoratori danesi (24%) seguiti da Svezia e Regno Unito (19%), Germania (18%), Olanda (16%) e Spagna (15%).
Lo smart working. Solo il 34% dei dipendenti italiani è stato informato su quanto tempo passerà ancora a lavorare in smart working, risultando però tra i più edotti insieme alla Francia (34%), rispetto a Paesi Bassi e Spagna (30%), Germania (28%), Danimarca (26%), Svezia (24%) e Regno Unito (22%). Per quanto riguarda le spese però si riscontra poca chiarezza in Italia: il 76% dei lavoratori non è sicuro se e quali spese è autorizzato a sostenere mentre lavora da casa; la situazione è migliore negli altri Paesi europei con Olanda (72%), Francia (69%), Spagna (64%), Regno Unito (63%), Danimarca (60%), Germania (58%), Svezia (51%) che mostrano di avere idee più chiare.
Tra i dipendenti italiani intervistati il 42% non è stato informato riguardo i rimborsi relativi all’acquisto di dispositivi software e hardware, fondamentali per poter portare avanti attività lavorative da casa. Più rosea la situazione nel resto d’Europa: Germania (38%), UK (32%), Spagna (31%), Francia (32%) e Danimarca (27%) non sanno se l’azienda copra spese relative all’elettricità e al riscaldamento, il 23% dei dipendenti svedesi non sa se riceverà il rimborso relativo a spese per mobili per ufficio, mentre nei Paesi Bassi c’è un’incognita sulle spese relative a hardware e software IT (36%). Il 31% dei lavoratori italiani afferma, inoltre, di non poter sostenere alcun costo: gli altri Paesi europei invece danno maggiori possibilità, con Spagna (10%), Danimarca (17%), Svezia e Olanda (20%) tra le più virtuose.
Lavorare da casa è recentemente diventata la nuova normalità, lasciando gli uffici vuoti e dipendenti che cercano nuovi modi di connettersi, collaborare e svolgere il proprio lavoro. Tuttavia, solo il 39% dei dipendenti italiani ritiene di essere stato preparato a lavorare in smart working prima dell’emergenza sanitaria Covid-19. A livello europeo, i dipendenti svedesi erano i più preparati (52%) mentre la pandemia ha trovato meno organizzati gli spagnoli con il 67% dei lavoratori che non sapevano come poter gestire le attività lavorative in smart working.
Il supporto dai datori di lavoro. Anche per quanto riguarda il supporto da parte dei datori di lavoro durante il telelavoro, i dipendenti italiani risultano tra i meno aiutati. In Italia, solo il 77% dei lavoratori ha dichiarato di sentirsi supportato dai propri superiori mentre lavorava da casa. Solo i tedeschi sono meno agevolati (76%). I più compresi sono i danesi (88%) seguiti da Olanda (85%), Svezia (83%), Regno Unito (82%), Francia (81%) e Spagna (79%). Come per il resto dei Paesi europei presi in esame, la maggior parte dei lavoratori italiani (58%) ha dichiarato di essere impegnato in regolari aggiornamenti con il team, anche grazie al supporto di videochiamate.
Aggiornamenti IT. Il 17% dei dipendenti italiani ha inoltre sottolineato di ricevere regolari aggiornamenti IT, nonché suggerimenti e trucchi per un efficiente funzionamento degli strumenti di lavoro da remoto. “Il tema dello smart working non si risolve nella semplice disponibilità di un laptop o di strumenti di presenza digitale, ormai necessari per tutti. La riflessione sta portando molte aziende verso l’adozione di processi scalabili che non siano dipendenti dalla presenza del personale sul luogo di lavoro. Come esempio, pensiamo all’Audit delle spese: processo tipicamente labour intensive, oggi può essere remoto e totalmente digitale. Un audit cloud realizzato tramite AI & machine learning offre una soluzione centralizzata e senza la necessità di gestire documenti in carta, garantendo non solo una maggiore visibilità e controllo sulla spesa con relativa riduzione di costi, ma una “scalabilità digitale”, rendendo possibili scenari di smart working effettivo grazie a soluzioni integrate come SAP Concur” afferma Gabriele Indrieri, Country Manager per Italia, Malta e Grecia di SAP Concur.
“A seguito di rapidi cambiamenti causati dalla situazione attuale, è chiaro che molte aziende devono aggiornare il loro processo di spesa o introdurre una politica interinale e comunicarlo chiaramente per garantire che i dipendenti siano informati su ciò che possono e non possono spendere”, afferma Pierre-Emmanuel Tetaz, SVP EMEA e direttore generale di SAP Concur. “I datori di lavoro devono saper sfruttare questo periodo per fare un passo indietro e rivedere le politiche attuali, per comprendere se è necessario apportare in futuro modifiche alla politica esistente per i lavoratori da remoto”.