Perché ConfMobility? L’idea di ConfMobility nasce nel 2020 da un gruppo di imprenditori con la volontà di fare sintesi sulle normative, sui nuovi orientamenti europei e sulle opportunità di sviluppo in materia di mobilità sostenibile. Il sistema attuale di mobilità di merci e persone, che contribuiscono per il 25% in tutta Europa all’emissione di grandi quantità di CO2 in atmosfera, dovrà essere profondamente rivisto e riorganizzato e ConfMobility vuole essere un punto di riferimento per le imprese in questa stagione di rilancio. L’obiettivo principale è quello di supportare le aziende italiane che producono, vendono, distribuiscono e utilizzano mobilità in questa fase di transizione verde e digitale, fornendo loro gli strumenti e le competenze necessarie per conformarsi agli obiettivi di sostenibilità così come indicati dall’Agenda 2030 della Commissione europea.
Qual è la vostra visione? La nostra visione è semplicemente, dare concretezza e tangibilità al concetto di mobilità sostenibile, quindi lavorare per creare modelli di mobilità che siano compatibili con il rispetto dell’ambiente e la salute delle persone. Progettare nuovi modelli di mobilità sostenibile significa generare sviluppo economico: più occupazione, migliore qualità della vita, crescita della competitività.
E le vostre iniziative in campo? Abbiamo sviluppato moltissime iniziative interessanti in stretta collaborazione con i nostri partner ed esperti nei vari settori. Per fornire alle aziende le competenze necessarie, intendiamo loro proporre progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, riducendo l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, carsharing o bikesharing aziendale; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani drivers che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione ed alla progressiva sostituzione delle colonnine di carburante con quelle energetiche (tra l’altro previste anche dalla recente Legge di Bilancio); in sintesi vogliamo essere a fianco delle imprese per risolvere i loro dubbi, quesiti e perplessità sulla mobilità sostenibile. Saper individuare e intercettare i finanziamenti europei è un’ottima opportunità che ci viene concessa, che spesso, ahimè, non si concretizza o non viene sfruttata per mancanza di strumenti o risorse: anche su questo fronte vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende.
C’è un progetto a cui tiene in modo particolare? Vorrei soffermarmi su un progetto a me particolarmente caro, quello sul Welfare Mobility: la pandemia ci ha insegnato che saper essere flessibili è la miglior arma che possiamo avere e lo smartworking ne è un esempio tangibile. Anche sulla base di ciò, crediamo che sia giunto il momento, per le aziende, di innovarsi lasciando più flessibilità ai propri dipendenti: flessibilità non è sinonimo di scarsa produttività o pigrizia, ma al contrario significa concedere il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata. Le aziende sono incentivate ad introdurre i cd. flexible benefits, benefici che possono essere servizi, buoni carburante, assistenza scolastica per i figli, assistenza previdenziale complementare e così via. Questi benefici incontrano il favore dei dipendenti che esprimeranno un giudizio sicuramente positivo sull’azienda così come il datore di lavoro avrà degli sgravi fiscali (sono spese defiscalizzate).
Cosa vi contraddistingue dalle altre associazioni? Innanzitutto ci caratterizziamo per essere un’organizzazione di imprese trasversale sui temi della mobilità sostenibile, favorendo dei percorsi di miglioramento delle competenze, di sviluppo organizzativo e di networking partecipativo tra le aziende per investire su progettualità comuni. Vogliamo chiarire sin da ora che non siamo un’associazione di categoria, né politica né di rappresentanza, bensì vogliamo promuovere la cultura della mobilità sostenibile e dare l’opportunità alle aziende di migliorare e crescere in una prospettiva green attraverso una proposta di valore articolata su progetti e interventi consulenziali innovativi.
Quali le caratteristiche distintive di ConfMobility? Tre sono le caratteristiche principali che ci contraddistinguono. La prima, I giovani: vogliamo essere responsabili e pensare che il nostro progetto sia per le generazioni future. Crediamo, inoltre, che ai giovani non sia stato concesso il giusto spazio: attraverso uno spazio a loro dedicato vogliamo che siano loro i protagonisti di questa transizione incentivandoli al dialogo, al confronto e al dibattito sulla questione della mobilità sostenibile. La seconda, certificare la sostenibilità: crediamo che chi si impegna a ridurre le emissioni di gas inquinanti in atmosfera debba essere premiato, riconoscendo, attraverso certificati, il suo particolare rispetto per l’ambiente aumentando così anche la sua attrattività e visibilità tra i competitors sulla scia del concetto “chi inquina paga”. La terza. La nostra azione mira a raggiungere non solo i big stakeholders o grandi centri urbani, ma anche i piccoli centri e le piccole realtà, spesso accantonate o non direttamente coinvolte dai cambiamenti. Vogliamo fare nostro lo slogan, in più occasioni ribadito dalle Istituzioni europee:v“[…] We need redistributive policies and a new model of growth to make sure that no one is left behind”[1]. I grandi cambiamenti avranno luogo se tutti verranno raggiunti, egualmente, da azioni mirate affinché nessuno sia lasciato indietro.
[1] Dichiarazione di Peter Schmidt, rapporteur per il Parere del Comitato economico e sociale dell’UE, Non lasciare indietro nessuno nell’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (Leaving no one behind when implementing the 2030 Sustainable Development Agenda).