Con una modifica del Codice delle pari opportunità, sono stati fissati i parametri minimi in base ai quali le aziende potranno ottenere la certificazione della parità di genere introdotta per incentivare l’adozione di politiche aziendali volte a ridurre il gap di genere.
I parametri prevedono l’adozione di specifici KPI (Key Performance Indicator – Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni. La certificazione è rilasciata dagli organismi di valutazione della conformità.
Ai fini del coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e dei consiglieri di parità per consentire loro di esercitare il controllo del rispetto dei requisiti necessari al mantenimento della certificazione, il datore di lavoro deve fornire annualmente un’informativa aziendale sulla parità di genere, che rifletta il grado di adeguamento ai predetti parametri. In caso di riscontro di anomalie segnalate all’organismo di valutazione, al datore di lavoro è assegnato un termine non superiore a 120 giorni per la loro rimozione.
Alle imprese in possesso della certificazione sarà concesso, nel limite di 50 milioni di euro di stanziamento per il 2022, un esonero parziale dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Tale esonero sarà determinato con decreto ministeriale in misura non superiore all’1 per cento e nel limite massimo di 50.000 euro annui per ciascuna azienda. Inoltre alle aziende in possesso della certificazione sarà riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti.