Il recente Decreto Rilancio (DL n. 34/2020) ha reso obbligatoria la figura del Mobility Manager per le imprese con oltre 100 dipendenti e per i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti. La figura del Mobility Manager è fondamentale per ripianificare e rielaborare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, soprattutto all’interno dei centri urbani e metropolitani in cui il traffico è particolarmente intenso e deve essere decongestionato. Il Mobility Manager può così incentivare – tramite specifiche agevolazioni – l’uso del carsharing, carpooling, bike sharing aziendale, mezzi di trasporto pubblico per il proprio Personale al fine di ridurre l’uso del mezzo privato, creando, al contempo, una vera e propria cultura della mobilità sostenibile, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Quante aziende al momento dispongono di un Mobility Manager? Ad oggi in Italia ci sono oltre 850 Mobility Manager presenti soprattutto nelle aziende e solo 66 a livello comunale o Sovracomunale secondo i dati di Euromobility. La legge che ha introdotto in Italia il Mobility Manager è di oltre 20 anni fa (il decreto Ronchi del 1998) ed ha subito nel tempo varie modifiche, ma solo oggi, dopo l’introduzione dell’obbligatorietà di tale figura si attende un boom di richieste dei Manager della Mobilità. Si apre, al contempo, un’esigenza di formazione di tali professionalità.
La formazione. ConfMobility annuncia la I Edizione del Master Executive sul Mobility Manager in collaborazione con SAA – School of Management di Torino. Il Master si svolgerà in presenza, circostanze sanitarie permettendo, a Torino presso la sede di SAA. Il Master è rivolto ai Dipendenti, Manager d’Azienda, HR e a tutti coloro che intendono approfondire o acquisire competenze in materia di mobilità innovativa, integrata e sostenibile.
ConfMobility, inoltre, ha avviato una collaborazione con CEPAS, Ente di Certificazione del gruppo Bureau Veritas, specializzato nella certificazione delle competenze e nella qualificazione della formazione: la collaborazione ha lo scopo di mandare avanti uno studio di fattibilità per lo sviluppo di un modello di certificazione delle competenze del mobility manager, finalizzato alla valorizzazione delle competenze di questo professionista.
“La creazione del Master si allinea con le disposizioni europee e con la recente decisione del Ministro Giovannini che introduce il Mobility Manager quale figura obbligatoria per le aziende sopra i 100 dipendenti e per i Comuni con oltre i 50.000 abitanti” – afferma il Presidente di ConfMobility, Roberto Verano. Il Mobility Manager dovrà essere in grado di intercettare le esigenze di imprese e dipendenti, definendo piani di spostamento casa-lavoro più sostenibili, incrementando altresì nuove metodologie di lavoro, prime fra tutte lo smart working, aumentando al contempo la digitalizzazione dei servizi connessi alla mobilità”.
Direttore della SAA Dott. Davide Caregnato: “Abbiamo voluto fortemente la creazione di questo Master Executive, poiché riteniamo fondamentali lo sviluppo di nuove competenze e di nuove figure professionali, come il Mobility Manager. Siamo particolarmente attenti ai nuovi settori strategici quali la mobilità sostenibile e vogliamo mettere a disposizione il nostro know-how e la nostra organizzazione per migliorare il processo di mobilità nel nostro territorio”.
L’Europa. A Bruxelles si è insediato l’ EPOMM (European Platform on Mobility Management) l’organizzazione non profit composta dai governi nazionali europei (rappresentati dai Ministeri competenti per il Mobility Management) impegnati nella promozione e nello sviluppo della mobilità sostenibile e del Mobility Management a livello europeo. In molti Paesi europei (Germania, Finlandia, Svezia, Austria, Paesi Bassi, Francia) ormai da alcuni anni stanno portando avanti progetti lungimiranti e, grazie al supporto tecnico ed economico dei vari Ministeri, si investe massicciamente per generare e diffondere una cultura di mobilità sostenibile tra i cittadini, sottolineando l’importanza della figura del Mobility Manager. Fondamentale per questi Paesi è stata la collaborazione tra vari Enti, Amministrazioni locali ed Aziende che hanno portato alla creazione di nuove soluzioni di mobilità, più all’avanguardia e più sostenibili. Progetti analoghi potrebbero essere replicati anche in Italia, ma molto deve essere ancora fatto a livello culturale.