La figura del Mobility Manager (MM) non è un’introduzione recente, seppur se ne stia ampiamente dibattendo nelle ultime settimane.
Fu l’allora Decreto Ministeriale del 27 marzo 1998 (Decreto Ronchi), recante disposizioni in materia di “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”, ha prevederne l’introduzione per quelle imprese ed enti pubblici con singole unità locali con più di 300 dipendenti e le imprese con complessivamente più di 800 addetti ubicate nei Comuni di cui al comma I dell’art 2: queste sono tenute ad adottare il piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale dipendente (PSCL), individuando a tal fine un responsabile della mobilità aziendale. Il piano è finalizzato alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale e ad una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico (art. 3). Per quelle strutture, invece, quali imprese ed enti con meno di 300 dipendenti non vi è l’obbligo (come nel precedente caso), bensì la mera facoltà di individuare i responsabili della mobilità aziendale.
Nel corso degli anni ci sono state modifiche ed integrazioni al Decreto Ronchi sino ad arrivare al recente Decreto Rilancio (Decreto Legge n. 34/2020) adottato in piena crisi pandemica. Non è un caso che sia stato introdotto durante una situazione emergenziale come quella sanitaria: quest’ultima ha profondamente inciso sulle abitudini di molti lavoratori, introducendo nuove modalità di lavoro che hanno limitato gli spostamenti casa-lavoro, come lo smart working. Tuttavia, non tutte le tipologie di lavoro possono beneficiare di tale modalità, rendendosi necessario recarsi sul posto di lavoro. Al fine di limitare gli assembramenti e la diffusione del virus, si è reso necessario riscrivere e ripensare la mobilità delle persone, soprattutto quella dei grandi centri urbani. Il nuovo Decreto Rilancio ha infatti esteso la casistica e reso obbligatoria la figura del Mobility Manager anche per le imprese con oltre 100 dipendenti e con sede in un capoluogo di Regione, in una Città metropolitana, in un capoluogo di Provincia o in un Comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti.
Il nuovo piano, elaborato a livello ministeriale, non poteva essere miope: ha dovuto tener conto delle criticità attuali: “La pandemia che stiamo attraversando ridisegna scenari e prospettive in tutti i settori e anche il mobility management ne è coinvolto. Il Programma individua un percorso di lavoro che farà i conti con l’evolversi della situazione, con l’obiettivo ultimo di favorire per tutti e per quanto possibile modalità di trasporto casa-lavoro più sostenibili come parte del processo di miglioramento del benessere aziendale” – afferma il Direttore Generale delle Politiche per l’Innovazione, il Personale e la Partecipazione, Maria Carmela Giarratano.
Il Mobility Manager, selezionato dall’azienda, dovrà possedere una buona capacità di analisi della domanda di mobilità e dei bisogni aziendali sulla cui base verranno elaborati, e successivamente gestiti da lui medesimo, piani di spostamento casa-lavoro ad hoc. Dovrà inoltre interagire e relazionarsi con gli stakeholders, quali le Amministrazioni locali e le aziende di trasporto pubblico locale, affinché si disponga di condizioni e mezzi adeguati agli spostamenti.
Per riscrivere e ripensare la mobilità, da un lato è sì fondamentale (ma non sufficiente) avere un quadro normativo chiaro e lineare, dall’altra è indispensabile un cambio radicale di atteggiamenti, di comportamenti quotidiani che necessitano di una maggiore assunzione di responsabilità da parte di ogni singolo individuo.
Il gruppo di lavoro europeo, chiamato a definire il Mobility Management (MM), chiarisce a questo proposito che “[…] è un concetto che riguarda la promozione della mobilità sostenibile nonché la gestione della domanda di trasporto privato mediante il cambiamento degli atteggiamenti e del comportamento degli utenti. Alla base del Mobility Management ci sono le misure cosiddette “soft” (leggere) come l’informazione e la comunicazione, l’organizzazione dei servizi nonché il coordinamento delle attività e delle funzioni di diversi partner. Le misure “soft” adempiono più spesso al compito di migliorare l’efficacia delle misure cosiddette “hard” (pesanti) impiegate nel trasporto urbano (es. nuove linee di tram, strade o piste ciclabili). Le misure di Mobility Management (a differenza delle misure “hard”) non richiedono necessariamente la realizzazione di grandi investimenti finanziari, potendo garantire al contempo un elevato rapporto benefici/costi (BCR – Benefit Cost Ratio)”.
Infine – oltre al mutamento di atteggiamenti quotidiani – altro punto di debolezza risiede proprio nella normativa italiana sul MM: seppur sussista l’obbligatorietà per le aziende – con talune specifiche caratteristiche – nel dotarsi della figura del Mobility Manager, è mancato (finora) l’elemento coercitivo e sanzionatorio. Proprio questa carenza ha fatto sì che, qualche settimana fa, il Ministro Giovannini, in accordo con il Ministro Cingolani, ha firmato il decreto che impone, per le città con più di 50mila abitanti e per le imprese con più di 100 addetti (come già previsto nel Decreto Rilancio),l’introduzione della figura del Mobility Manager. Il suo ruolo, non solo sarà cruciale per rielaborare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, ma sarà altrettanto auspicabile che Comuni e Province dialoghino per capire come spalmare lo smart working lungo tutta la settimana – spiega il Ministro Giovannini in occasione del Consumers’ Forum tenutosi online il 27 aprile u.s. – perché non avrebbe senso che tutti facessero lo smart working al venerdì. Inizieremo già oggi a parlare con gli enti locali in vista delle riaperture a settembre. Una cosa che deve coinvolgere tutti: senza un coinvolgimento di tutti non si cambia la vita delle città, gli orari di lavoro, la vita delle scuole“.
Questa volta l’intenzione dei due Ministri sembra essere concreta: per riorganizzare le aziende e le nostre città, le soluzioni devono essere immediate e non più procrastinate come in passato e, dalle parole, è necessario passare ai fatti, questa volta per davvero.