Il Ministero dell’Ambiente cambia veste assumendo alcune delle competenze prima afferenti al Mise e relativamente alla materia energetica: il fisico Roberto Cingolani avrà l’arduo compito di guidare il neo Ministero della Transizione Ecologica (Mite): “si ritiene ottimale trasferire al Mite tutte le competenze del Mise su rinnovabili, decarbonizzazione, efficienza energetica, ricerca e nuove tecnologie energetiche clean, mobilità sostenibile, piano idrogeno e strategie di settore, decommissioning nucleare, transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi“. Il Mite avrà il compito di definire la politica e le linee d’azione per procedere, senza indugi, verso un modello produttivo più sostenibile, sia dal punto di vista industriale che energetico. Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, investire in nuove energie rinnovabili e meno inquinanti, promuovere un’etica e una cultura basata sulla sostenibilità affinché sia cittadini che aziende possano essere protagonisti attivi di questo cambiamento contribuendo a sviluppare soluzioni di sostenibilità. Dai fondi di Next Generation EU sono attesi 69 miliardi destinati alla transizione ecologica.
La decisione del Governo italiano si allinea con quelle di altri Paesi come Spagna e Francia che già da alcuni anni hanno costituito analoghi Ministeri. L’Italia deve recuperare anni di ritardi, di trascuratezze e di inadeguatezze che l’hanno portata ad una situazione di paralisi generalizzata. Le questioni ambientali sono state spesso rinviate, poiché dell’ambiente ci sarebbe stato un altro momento, un’altra occasione per approfondire o quantomeno per intavolare un dibattito, ma intanto le infrastrutture cedono, i terreni franano e le condizioni metereologiche sono sempre più instabili.
Come gli esperti dimostrano la questione non è più rinviabile, il tempo rimasto è poco se si vogliono assumere azioni concrete e responsabili per un cambio drastico di politiche fin ad ora inefficaci. Sulla scia del rinnovamento, anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti cambia veste e diventa Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Queste le parole nel neo Ministro Giovannini:
“Il cambio di nome – spiega il neo Ministro Giovannini – corrisponde ad una visione di sviluppo che ci allinea alle attuali politiche europee e ai principi del Next Generation Eu. L’obiettivo è promuovere una forte ripresa economica del Paese che sia sostenibile anche sul piano sociale e ambientale, come indicato dal Presidente Draghi, che ringrazio per aver sostenuto la proposta di modifica del nome del Ministero. Investimenti rapidi e consistenti, come quelli che stiamo programmando, in particolare con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, devono produrre un rilevante effetto sul piano della competitività del sistema economico e di stimolo occupazionale nell’attuale congiuntura economica e in prospettiva. Il rafforzamento e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali e del settore della logistica, l’investimento in infrastrutture sociali e nelle diverse aree del sistema dei trasporti devono accompagnare e accelerare le trasformazioni in atto nel mondo delle imprese e dei consumatori nella direzione della sostenibilità”.
La mobilità di merci e persone negli ultimi anni – sia a livello nazionale che globale – non è diminuita ma anzi, è cresciuta esponenzialmente. Molte aziende hanno colto la sfida e stanno già ripensando ai loro modelli di business, come trasformare i loro piani aziendali in piani maggiormente sostenibili, sia dal punto di vista logistico che produttivo. Si stanno sviluppando partnership, collaborazioni per creare sistemi di intermodalità e, laddove possibile, maggiormente digitalizzati, di smart mobility (carsharing, carpooling, ridesharing a livello aziendale) o finalizzate all’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale per la trazione di mezzi leggeri e pesanti.
Se è vero che le esigenze sono state dapprima intercettate dalla classe produttiva del Paese, ora spetta alla classe dirigente adottare misure adeguate e un quadro normativo più incisivo all’altezza della sfida che ci attende.