La figura del Mobility Manager acquisisce una sempre maggiore e fondamentale importanza con il ruolo di ripianificare e rielaborare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti attraverso l’incentivo all’uso del carsharing, carpooling, bike sharing aziendale piuttosto che di mezzi di trasporto pubblico per il proprio Personale al fine di ridurre l’uso del mezzo privato, creando, al contempo, una vera e propria cultura della mobilità sostenibile, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Una logica che Massimo Infunti, futuro docente del Master Executive in Mobility Management e ideatore della Piattaforma BikeSquare, ha replicato anche in ambito turistico ed in chiave imprenditoriale attraverso la sua startup italiana dedicata al turismo con biciclette elettriche. Un progetto innovativo che si pone di promuovere il cicloturismo e la mobilità ciclistica con il noleggio di bici elettriche, creando nuove reti sul territorio e coinvolgendo le realtà presenti. Un grande progetto nato in Piemonte e diffusosi man mano in tutta Italia.
Cosa si intende per Mobility Manager aziendale? Ci parli un po’ di questa figura. Il mobility manager è la persona che si occupa degli spostamenti dei dipendenti di un’azienda (o di un ente). Si occupa sia degli spostamenti casa/lavoro sia di quelli per lavoro e cerca di offrire un’alternativa all’uso individuale dell’auto che sia al tempo stesso più interessante, economica e a minor impatto ambientale.
Quali vantaggi si possono raggiungere con il supporto di un Mobility Manager in azienda? I vantaggi sono molteplici: da un lato l’azienda può ridurre i propri costi per gli spostamenti per lavoro (ad esempio con una gestione ottimizzata della flotta di auto aziendali, o con l’adozione di policy specifiche per le trasferte). Dall’altro può migliorare il rapporto con il territorio in cui è inserita (penso ad alcune aziende di cui ci occupiamo che “invadono di auto” piccoli comuni, creando congestione o problemi di posteggio. Grazie al mobility manager questi problemi possono essere alleviati). Ma soprattutto migliora la relazione con i propri dipendenti, offrendo loro alternative all’auto per raggiungere il posto di lavoro (e quindi arrivare al lavoro meno stressati, risparmiando, senza dover cercare posteggio o evitando di creare traffico).
Ad oggi, quante aziende, in Italia, si sono dotate di un Mobility Manager? Molto poche rispetto a quante dovrebbero. Che io sappia non c’è un numero preciso poiché non esiste un monitoraggio centralizzato. Alcune province / città metropolitane svolgono un ruolo di coordinamento, mentre moltissime non si occupano per nulla della questione.
È proprio di qualche giorno fa la notizia che il Ministro Giovannini ha firmato il decreto che obbliga le aziende, con più di 100 dipendenti e per i Comuni con oltre 50.000 abitanti, a prevede l’inserimento del Mobility Manager. Quali sono i prossimi passi da fare? Si tratta di cominciare ad occuparsi della questione. Nominare una figura aziendale (o un mobility manager in outsourcing) che si occupi della mobilità dei dipendenti. Non è un impegno impossibile, né molto gravoso. basta dedicare un po’ di attenzione alla questione e cercare soluzioni.
Quale percorso formativo e/o di studi suggerirebbe per diventare Mobility Manager aziendale? Non è necessaria una formazione specifica, si tratta di formarsi sul tema della mobilità sostenibile. Esistono corsi specifici sul Mobility Management che è bene seguire prima di improvvisarsi. Si trovano in rete molte risorse, sopratutto sui siti EPOMM e ELTIS che sono i riferimenti Europei per i Mobiltiy Manager.
A che punto è l’Italia in tema di mobilità sostenibile? Quali sono i modelli di confronto con gli altri Paesi da cui potremmo trarre spunto? Abbiamo seguito diversi progetti Europei, che coinvolgevano vari paesi. Indubbiamente Svizzera, Austria, Danimarca e Svezia sono i paesi che fanno di più in termini di Mobility Management. In Italia siamo parecchio indietro. La mobilità sostenibile è ancora vista come una limitazione della libertà di muoversi in auto, invece che come la libertà di muoversi altrimenti, di non dover avere 4 auto in famiglia, di non dove passare ore imbottigliati nel traffico.
Il primo limite Italiano è quello urbanistico (ancora troppe aziende, in particolare industrie) sono collocate in luoghi irraggiungibili se non in auto. In altri paesi (penso ad esempio all’area di Lund, in Svezia), non è possibile fare uno sviluppo edilizio se non nel raggio di 5Km (distanza percorribile da tutti in bici) da un nodo importante del trasporto pubblico- Quindi, prima di costruire si fa in modo che ci siano i trasporti. In italia pensiamo che tanto le persone abbiano un auto e si arrangino.
Il secondo limite è quello culturale, siamo mediamente molto legati all’auto e le alternative suonano spesso come “povere” o meno prestigiose. In questo settore devo dire che le cose stanno cambiando un po’, soprattutto nei grandi centri si vedono sempre più persone che usano mezzi alternativi per spostarsi. Per ultimo c’è il tema dell’enforcement: una legge che non viene fatta rispettare è quasi inutile. La normativa sul Mobility Management c’è dal 1996, ma pochissimi ne sanno qualcosa, è ancora una novità. Tanto non c’è la multa.
Lei è anche l’ideatore, insieme al suo staff, della piattaforma BikeSquare. Come funziona il vostro modello? BikeSquare nasce per offrire soluzioni ed esperienze nel mondo del cicloturismo in e-bike. Dopo il Covid abbiamo osservato una domanda crescente di soluzioni per le Corportate, che ci chiedono di poter mettere a disposizione flotte di e-bike per i propri dipendenti, senza caricarsi di tutti gli oneri di gestione (manutenzione, assicurazioni, acquisti).
Quali sono i vantaggi di questo progetto innovativo di cui è ideatore e promotore? Grazie alla Piattaforma BikeSquare Smart Mobility, un’azienda può mettere attivare un servizio di e-bike condivise per i propri dipendenti (che usare la bici per lavoro, per lo spostamento casa-lavoro, ma anche per svago la sera o nei weekend).
Ci occupiamo di tutto noi: dal noleggio a lungo termine delle ebike (nuove o rigenerate) all’assicurazione contro gli infortuni e RC. Ci occupiamo dei lucchetti con assicurazione contro il furto, del kit GPS per avere analytics e della piattaforma di prenotazione. Inoltre supportiamo le aziende nella progettazione degli spazi di posteggio e ricarica e negli eventi di lancio. Insomma: si tratta di una risorsa in più per i mobility manager.
Che riscontro avete avuto rispetto il vostro progetto da parte di chi è sul territorio? In ambito turistico il riscontro è molto positivo. Per quello che riguarda la smartmobility aziendale, c’è molto interesse, ma il secondo lock-down ha fermato la partenza di quasi tutti i progetti. Prima di investire stanno tutti aspettando che si ritorni al lavoro in presenza.