La Guardia di finanza di Palermo ha sequestrato una casa di riposo “lager”, arrestando sei donne accusate a vario titolo di maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio. Gli investigatori hanno documentato, attraverso telecamere nascoste, decine di episodi con violenze fisiche e psicologiche nei confronti degli ospiti della casa di riposo. Nei video sono stati mostrati spintoni, calci e schiaffi accompagnati da insulti e ingiurie. Maltrattamenti che avrebbero indotto alcuni anziani perfino ad atti di autolesionismo.
Il sequestro della società. Gli anziani ospiti della casa di riposo ‘Aurora’, sottoposti a vessazioni e soprusi, saranno sottoposti anche a controlli medici, considerando che all’interno della struttura non sono mai state adottate le procedure per il contenimento del coronavirus. Le indagini dei militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono state coordinate dalla procura. Il gip ha disposto il sequestro preventivo della società che gestisce la casa di riposo, al centro di un complesso giro di fallimenti pilotati per un passivo di circa un milione di euro. Poi l’accusa di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio.
“Se ti muovi, ti rompo una gamba” “Se tu ti muovi di qua ti rompo una gamba, così la smetti; devi stare zitta, muta; devi morire, buttare veleno”, è una delle frasi documentate nel corso dei due mesi di indagini dalle telecamere piazzate di nascosto dai militari della guardia di finanza nell’ospizio lager.
Un tentativo di suicidio alla casa di riposo. Una donna, “stanca delle continue vessazioni”, come dicono gli inquirenti, e come emerge dalle videocamere installate per l’inchiesta, voleva gettarsi dalla finestra. “Aveva già messo la gamba oltre la balaustra – spiega il colonnello Gianluca Angelini che ha condotto l’inchiesta coordinata dalla Procura – per fortuna poi è tornata indietro”.
Una crudeltà inaudita. “Sono disgustato dalla crudeltà vista in questi mesi nei confronti dei poveri anziani, ospiti della casa di riposo. Maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche, calci e spintoni, schiaffi. Una crudeltà che in tanti anni di indagini non ho visto neppure in ambienti mafiosi” ha aggiunto il colonnello.