Massimo Carminati esce dal carcere da uomo libero. Nessun obbligo di dimora, nessun obbligo di firma. “A fine marzo aveva già scontato il tetto massimo dei due terzi del reato più grave che gli è stato contestato: una corruzione”. Così il suo legale, il professore Cesare Placanica, che fornisce la spiegazione tecnica della scarcerazione che arriva a cinque giorni dal deposito delle motivazioni della Cassazione con cui per l’ex Nar, insieme a Salvatore Buzzi e altri 30 coimputati è crollato il 416bis, l’associazione a delinquere di stampo mafioso.
L’ispettorato. Su questa scarcerazione il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha delegato l’ispettorato generale del ministero a svolgere “i necessari accertamenti preliminari”, così fanno sapere fonti di via Arenula. Carminati, detto anche il “Il Cecato” di Mafia Capitale, esce dall’istituto penitenziario di Oristano in cui era rinchiuso dal dicembre 2014 perché la carcerazione preventiva è arrivata al limite. Non essendo quindi arrivati a una condanna definitiva, il processo d’Appello bis Mondo di mezzo deve ancora essere celebrato, torna libero, nella sua dimora a Sacrofano.
“Abbiamo replicato – spiega ancora Placanica – che si trattava di una contestazione a catena. E così la nostra questione tecnica, in punto di diritto, che tutela un principio di civiltà è stata accettata”. E Massimo Carminati da oggi è un cittadino libero.