Avevano messo le mani sui contributi milionari dell’Unione Europea, in cambio dello sviluppo dell’agricoltura su terreni fantasmi. Una truffa esagerata quella dei clan della mafia di Messina che è stata sventata dopo una lunga indagine. Nello specifico, 94 sono state le misure cautelari emesse, di cui 48 in carcere, e le restanti 46 agli arresti domiciliari.
Le indagini. Il Gico della Guardia di Finanza e il Ros dei Carabinieri hanno messo in campo circa 600 uomini, tutti coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Messina. E’ quindi subito scattato il blitz e di conseguenza gli arresti. Fra coloro che invece sono stati raggiunti da una misura cautelare ai domiciliari, anche un insospettabile notaio e alcuni dipendenti dei Centri di assistenza agricola. Una truffa clamorosa e sarebbe bastato davvero poco per sventarla, ma nessuno ha controllato i terreni per cui i mafiosi richiedevano i contributi Agea.
Le somme. Complessivamente, fra il 2010 e il 2017, circa 5 milioni di euro di contributi sono stati versati dall’Ue a ben 151 aziende agricole della provincia di Messina. I militari hanno iscritto sul registro degli indagati ben 194 persone, ed inoltre, sono state sequestrate oltre 150 imprese, per un’operazione davvero imponente e senza precedenti. I boss sono riusciti a mettere le proprie mani sui soldi messi a disposizione dal “Feaga”, il Fondo europeo agricolo di garanzia, nonché dal “Feasr”, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.