L’ultima notizia del “caso Whirlpool” è una convocazione per il 16 settembre delle sigle sindacali. Parrebbe una convocazione “per condividere importanti aggiornamenti relativi allo stabilimento di Napoli”. Lo annuncia l’azienda in una nota precisando che l’incontro si terrà a Roma. “A oltre un mese dall’ultimo incontro al Mise, tenutosi lo scorso primo agosto, e data l’assenza di una prossima convocazione del tavolo in sede ministeriale – si legge nella nota – l’azienda ritiene necessario proseguire nel percorso di confronto con le parti sociali, al fine di dare al più presto un futuro sostenibile ai 410 lavoratori di Napoli”. Nei giorni passati, l’azienda aveva criticato duramente il decreto emanato dal precedente governo sulle “crisi aziendali”.
Il decreto legge prevede lo stanziamento di 10 milioni per il 2019 e 6,9 milioni per il 2020 per salvare l’impianto napoletano che conta 410 dipendenti. Risorse dedicate a finanziare la decontribuzione per i contratti di solidarietà per realizzare il progetto di riconversione. Ma l’azienda aveva giudicato questa misura “insufficiente”. Il decreto, scriveva Whirlpool, contiene “interventi non sufficienti a garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo e la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)”.
In risposta, Fim, Fiom e Uilm – sempre più preoccupati per il futuro dei 410 dipendenti partenopei – chiedono al ministero dello Sviluppo economico di ripristinare “urgentemente” il tavolo Whirlpool, prima che “sia troppo tardi e che la multinazionale assuma scelte unilaterali”. Unitariamente, il sindacato spiega di non voler rinunciare al tavolo istituzionale, né di poter accettare che il Governo “si defili in una vertenza così importante in cui le scelte delle istituzioni nel bene o nel male sono evidentemente determinanti”. L’impressione delle parti sociali è che Whirlpool voglia approfittare dell’appena conclusa crisi di governo per forzare la mano e imporre la dismissione della fabbrica partenopea di lavatrici. “Il protrarsi della inerzia da parte del Ministero dello Sviluppo economico sarebbe imperdonabile e probabilmente avrebbe esiti irreparabili”, fanno notare i metalmeccanici. Eppure, anche l’annuncio di Whirlpool parte da questa stessa motivazione.
La decisione di convocare i sindacati senza aspettare che lo faccia prima il ministero, è stata infatti dettata dal fatto che sia ormai passato più di un mese dall’ultimo incontro al Mise. E data, per ora, l’assenza di una prossima convocazione, l’azienda ha preferito muoversi autonomamente: “al fine di dare al più presto un futuro sostenibile ai 410 lavoratori di Napoli”. Conclusione che non convince i sindacati, soprattutto dopo la bocciatura da parte di Whirlpool del piano contenuto nel DL Imprese, quello con cui lo Stato mette sul piatto aiuti per quasi 17 milioni di euro, in cambio del salvataggio del sito napoletano. Sarà dunque questa la prima sfida a segnare il debutto al Mise del neo ministro Stefano Patuanelli.