In attesa del tavolo ministeriale più volte richiesto dal sindacato e fino ad ora negato, si è tenuto ieri con Whirlpool un incontro di coordinamento nazionale. La direzione aziendale ha esposto la situazione produttiva e occupazionale, che presenta una ripresa dei volumi e l’assunzione di circa seicento lavoratori somministrati.
Fim, Fiom e Uilm hanno ribadito che l’azione di chiusura di Napoli risulta ancora più odiosa e ingiustificabile alla luce del quadro generale di miglioramento del mercato degli elettrodomestici, ragion per cui chiedono la ripresa della produzione cessata a ottobre. Inoltre esortano a non utilizzare la cassa Covid-19 in quegli stabilimenti in cui l’incremento dei volumi è tale da portare ad una potenziale saturazione; non è difatti tollerabile un utilizzo mirato degli ammortizzatori sociali né a discapito dei lavoratori con ridotte capacita lavorative, per cui si chiede la costituzione di postazioni idonee, né per gli impiegati degli staff, per cui si chiede la ricollocazione interna. Sempre in tema di cassa integrazione, Fim, Fiom e Uilm hanno rinnovato la richiesta di pagamento di tutti i ratei, compresi quelli del premio di risultato, e di una integrazione al reddito per tutti coloro che sono posti in cassa a zero ore. Infine sono state poste due questioni specifiche: la necessità di superare immediatamente l’attuale regime di riduzione di orario in atto a Siena; la necessità di arrivare alla piena occupazione nel magazzino di Carinaro e di avere chiarimenti sulle intenzioni di Seri, che a mezzo stampa si è detta di recente interessata alla rioccupazione dei lavoratori di Napoli.
La direzione aziendale ha tenuto un atteggiamento di sostanziale chiusura, offrendo una qualche disponibilità solo su alcune questioni particolari, quali il pagamento dei ratei anche per la cassa Covid-19 da qui a giugno (sul premio però si è riservata di darci una risposta la prossima settimana), il superamento dell’attuale accordo di Siena sull’orario di lavoro e il pagamento di una indennità di soli 250 euro mensili ai soli lavoratori di Napoli, mentre per i lavoratori con ridotte capacità lavorative o impiegati degli staff c’è una generica disponibilità a aggiornarsi e a proseguire azioni di riassorbimento.
Dinanzi all’atteggiamento di chiusura aziendale e alla imperdonabile indifferenza del Governo, la vertenza prosegue per scongiurare la minaccia dei licenziamenti a Napoli, la non rioccupazione di parte dei dipendenti di Carinaro, nonché per assicurare un futuro di stabilità occupazionale in tutti gli stabilimenti del gruppo. Sono in corso assemblee in tutti gli stabilimenti e venerdì 9 alle 10.30 si terrà una assemblea aperta in piazza del Plebiscito.