“Le decisioni del Consiglio dei Ministri sono importanti per combattere la diffusione abnorme dei voucher. Positiva la tracciabilità, che va resa più efficace soprattutto in agricoltura. L’istituto dei voucher va riportato alla sua genesi di lavoro occasionale per alcune categorie di lavoratori e non per tutti. Inoltre sul fronte sanzioni va fatta decollare l’Agenzia nazionale delle Ispezioni”. Così Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, la combattiva Associazione nazionale delle Agenzie per il Lavoro, che interviene sulle modifiche alla disciplina dei voucher lavoro apportate di recente dal Consiglio dei Ministri.
L’analisi critica dei provvedimenti è puntuale. “Bene la prima modifica, volta a garantire la piena tracciabilità dei voucher – spiega Rasizza – che prevede che i committenti imprenditori non agricoli o professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio, siano tenuti, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione. Da monitorare e perfezionare – prosegue Rasizza – la modifica che prevede che i committenti imprenditori agricoli siano tenuti a comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, che però fa riferimento ad un arco temporale fino a 7 giorni, che rischia di essere una possibile via di fuga per i caporali”.
“Bene – continua Rasizza – la sanzione amministrativa in caso di violazione degli obblighi di comunicazione da euro 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. E bene anche ribadire l’uso dei voucher nel settore agricolo nei limiti delle categorie di pensionati e giovani under 25. Vedremo ora come e quando verranno fatti rispettare i nuovi ritocchi”. Su questo punto Rasizza auspica il decollo rapido dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, previsto dal Jobs Act, che da oltre nove mesi attende lo Statuto e il decreto (Dpcm) per poter diventare operativo.
Attraverso il suo Presidente Rasizza, Assosomm richiama la necessità che i voucher tornino ad essere destinati ad alcune categorie di lavoratori potenzialmente interessati, riducendole e facendo marcia indietro rispetto all’erga omnes: oggi i voucher di fatto valgono per tutte le categorie di lavoratori e per tutti i settori, privati e pubblici: “Sono troppi, così non va”, conclude Rasizza, che propone anche che il valore del voucher venga rapportato al costo orario previsto dalla contrattazione collettiva per i singoli comparti; inoltre il voucher dovrebbe corrispondere a una prestazione non inferiore alle 2 ore oppure dovrebbero essere erogati almeno 2 voucher consecutivi. Nel frattempo la marcia all’acquisto di voucher continua: nei primi quattro mesi dell’anno ne sono stati venduti 43,7 milioni, pari al + 43,1% sul 2015, un ritmo ormai fuori controllo.
MINI-DOSSIER VOUCHER (Fonte: Osservatorio INPS)
- Nel 2015 sono stati venduti 115 milioni di voucher: nel 2010 erano meno di 10 milioni. In totale dal 2008, anno di nascita, a oggi i voucher venduti hanno superato i 300 milioni, per un controvalore di oltre 3 miliardi di euro.
- Tra acquisto e riscossione manca all’appello circa un terzo di voucher, ciò che è il segnale di un uso distorto dei buoni lavoro.
- I committenti dei prestatori di lavoro accessorio che hanno svolto attività nel 2015 risultano 473.000; i prestatori coinvolti risultano 1,4 milioni e le posizioni lavorative 1,7 milioni (un lavoratore può aver prestato lavoro occasionale per più di un committente).
- Profilo dei lavoratori: nel 2015 l’età media risulta pari a 36 anni; le donne sono in maggioranza; l’incidenza di lavoratori non comunitari è allineata ai parametri del lavoro dipendente (10-11%).
- Caratteristiche dei prestatori di lavoro accessorio:1) Pensionati: la loro quota risulta pari all’8%.
2) Soggetti mai occupati: sono pari al 14% (meno di 200.000); si tratta essenzialmente di giovani (la mediana è vent’anni); la presenza di donne sfiora il 60%.
3) Silenti (ex occupati): sono attorno al 23%. L’età media è pari a 37 anni; anche in tal caso la quota di donne è rilevante (57%).
4) Indennizzati (percettori nel 2015 di Aspi, MiniAspi o Naspi): sono il 18% (circa 252.000). In questo gruppo prevalgono i maschi; età media 37 anni.
5) Occupati presso aziende private: sono il 29% (quasi 400.000).
6) Altri occupati sono una quota pari all’8% (domestici, autonomi, pubblici dipendenti).
A proposito di. Assosomm (www.assosomm.it) è l’Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro costituita con l’obiettivo di raccogliere, tutelare e valorizzare gli interessi di tutti gli Associati e di sostenere e potenziare l’intero settore attraverso le migliori iniziative che possano incidere nello sviluppo e nell’evoluzione dell’attività della somministrazione. Assosomm rappresenta oggi un’Associazione di nuova e innovativa concezione, dinamica, attenta e pronta ad ascoltare le opinioni e le proposte di tutti gli Associati. Lo scopo di Assosomm è di tradurre la pluralità delle richieste degli Associati in istanze istituzionali e sociali e di fornire la massima assistenza in termini operativi, giuridici e contrattuali.