Di seguito le principali novità sul lavoro introdotte dalla legge di Stabilità e dal decreto Milleproroghe per il 2014.
Il fondo per la riduzione delle tasse sul lavoro – Uno degli obiettivi principali per il rilancio dell’economia è quello di mettere più soldi nelle tasche dei lavoratori attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro. E’ il cosiddetto cuneo fiscale. Ebbene, non avendo a disposizione risorse sufficiente per un intervento consistente e che non si riduca a qualche spicciolo che non cambia in modo percettibile le condizioni materiali dei lavoratori, si è deciso di istituire un fondo, il Fondo per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro, e in sostanza di rinviare la questione. Il fondo verrà alimentato dai risparmi di spesa pubblica che si realizzeranno nel biennio 2014-2015 attraverso un trasferimento automatico.
Aumento detrazioni fiscali per lavoro dipendete – In attesa di vedere quanti soldi saranno dirottati nel fondo sopra descritto, si parte con un aumento delle detrazioni per i lavoratori dipendenti compresi nella fascia di reddito (lorda) tra gli 8 mila e i 55 mila euro. Il meccanismo prevede una modulazione dei benefici maggiori per i redditi più bassi (200 euro l’anno circa per i redditi fino a 20 mila euro di stipendio) che scendono gradualmente per i redditi più alti fino ad azzerarsi per i redditi pari a 55 mila euro. Complessivamente per il taglio del cuneo fiscale per il 2014 sono stati stanziati 2,6 miliardi, di cui 1,1 miliardi di tagli a favore delle imprese e 1,5 miliardi a favore dei lavoratori dipendenti. Nel triennio 2014-2016 lo stanziamento complessivo previsto è di 8,7 miliardi di cui 5,1 miliardi per i lavoratori e 3,6 miliardi per le imprese.
Limitazioni per la cassa integrazione in deroga e fondo di solidarietà – La cassa in deroga è un provvedimento temporaneo e non strutturale del nostro sistema di protezione sociale. E’ stata prevista in questi anni di crisi per garantire un sostegno al reddito ai tanti lavoratori delle aziende che sono fuori dai benefici (e oneri) della cassa integrazione ordinaria. Il finanziamento della cassa in deroga, a differenze della cassa ordinaria, che è a carico di azienda e lavoratore, è sulle spalle della fiscalità generale, e quindi di tutti. Proprio in virtù di questa temporaneità, il Governo ha elaborato una sorta di via d’uscita che prevede dal 2014 una riduzione temporale del sussidio fino a massimo 8 mesi nell’arco dell’anno. Nel 2015 e fino al 2016, è prevista un’ulteriore riduzione a massimo 6 mesi per la concessione dell’indennità nell’arco di un anno e a 12 mesi nell’arco del biennio, fino a scomparire del tutto a fine 2016. Stesso meccanismo di riduzione graduale dei periodi di beneficio dell’indennità anche per la mobilità in deroga con alcune differenziazioni per le regioni del Sud.
Lo stanziamento complessivo per il 2014 per gli ammortizzatori sociali in deroga è di 1,7 miliardi, di cui 600 milioni stanziati con la legge di Stabilità e 1,1 miliardi già previsti con la legge 92/2012.
Per le aziende sopra i 15 dipendenti che non versano contributi per la cassa integrazione ordinaria e che sono fuori anche dai benefici della cassa in deroga, che appartengono ad un settore produttivo che non ha ancora costituito i fondi di solidarietà (ossia quei fondi previsti dalla riforma Fornero e che dovrebbero sostituire nei prossimi anni la cassa in deroga) dal 2014 dovranno versare lo 0,5% delle retribuzioni ad un fondo di solidarietà residuale presso l’Inps.
La rivalutazione delle pensioni e contributo di solidarietà – Il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo (circa 1.486 euro lorde mensili) rispetto al costo della vita voluto dal Governo Monti è finito. Con la legge di stabilità, infatti, è stata reintrodotta la rivalutazione delle pensioni sulla base della fascia di reddito di appartenenza. Per le pensioni comprese tra 3 e 4 volte il minimo la rivalutazione sarà del 95% rispetto all’inflazione; per quelle tra 4 e 5 volte il minimo ci sarà una rivalutazione del 75% e per le prestazioni tra 5 e 6 volte il minimo (2.973 euro lordi mensili) la rivalutazione per il 2014 sarà del 40%. Certo, gli importi della rivalutazione sulle pensioni saranno molto bassi tenuto conto che verranno calcolati sull’indice Istat per le famiglie di operai e impiegati, che è leggermente più basso dell’indice generale.
Per le pensioni alte, invece, è stato introdotto un contributo di solidarietà per il triennio 2014-2016, sui trattamenti obbligatori sopra le 14 volte il minimo, ossia circa 7 mila euro al mese.
L’indennità di disoccupazione per Over 50 cresce – La vecchia indennità di disoccupazione mandata in soffitta dalla riforma Fornero è stata sostituita dall’Aspi che preveder un aumento graduale delle prestazioni fino alla sua entrata a regime. Nel 2014, per i disoccupati over 55 aumenta la durata del sussidio da 12 a 14 mesi. Restano invariate le durate massime dell’indennità per i disoccupati sotto i 50 anni (8 mesi) e tra i 50 e i 55 anni (12 mesi). Nel 2015 l’Aspi, invece, prevede un ulteriore aumento dei periodi di indennità per gli under 50, che passeranno a 10 mesi, per la fascia d’età compresa tra 50 e 55 anni, rimango 12 mesi, mentre aumenta fino a 16 mesi l’indennità per gli over 55.
Esodati salvaguardati – Sono 27 mila le persone penalizzate dalla riforma Fornero delle pensioni dello scorso 2011 e che verranno salvaguardate per l’anno 2014. Si tratta di quelle persone vicine alla pensione che prima della riforma Fornero avevano fatto accordi di licenziamento, collettivi o individuali, con le aziende in cambio del pagamento dei contributi pensionistici volontari da parte delle aziende stesse per il numero di anni mancanti alla pensione, (gli incentivi all’esodo). La riforma, posticipando l’età pensionabile, di fatto, ha lasciato in mezzo ad una strada centinaia di migliaia di persone che avevano fatto questi accordi e che si sono visti posticipare il traguardo delle pensione, i cosiddetti esodati. La platea dei beneficiari è composta da coloro che sono stati autorizzati alla contribuzione volontaria prima della riforma, ossia entro il 4 dicembre 2011. Lo stanziamento previsto dal 2014 al 2020 è di 950 milioni di euro. In totale, ad oggi, sono stati coinvolti nelle operazioni di salvaguardia oltre 162 mila esodati, e si calcola che il numero complessivo si aggira intorno alle 330 mila persone rimaste senza lavoro e senza pensione grazie alla riforma Fornero.
Bonus Bebè – Per le famigliea basso reddito è stato istituito un fondo per i nuovi nati, per erogare un contributo al sostegno dei bambini, anche adottati.
Cambia l’Isee – L’indicatore della situazione economica che è utilizzato per l’accesso a prestazioni di favore (come le rette universitarie, la mensa, l’accesso alle borse di studio e cosi via) viene modificato per rendere più difficile la vita ai soliti furbetti. In sostanza, il nuovo indicatore, questa volta, prende in considerazione tutte le forme di reddito, anche quelle che sono esenti dal fisco. Inoltre, sarà considerato anche il patrimonio degli immobili rivalutati ai fine dell’IMU, la composizione del nucleo familiare e della presenza di disabili in famiglia.
La tassa sulla casa – La nuova service-tax sulla casa si chiama IUC (Imposta Unica Comunale) e prevede la precedente tripartizione: IMU per le seconde case con un’aliquota massima del 10,6 per mille; la Tari sulla raccolta dei rifiuti e la Tasi sui servizi indivisibili con un’aliquota attuale massima del 2,5 per mille e che dovrebbe salire al 3,5 mille nelle prossime settimane. Per le Tasi è allo studio uno sconto fisso probabilmente di 150 euro che dovrebbe bilanciare e quasi annullare la tassa per le abitazioni con una bassa rendita catastale.
Il contributo pensionistico delle Partite Iva – Per i professionisti non iscritti a nessun Albo professionale e iscritti in via esclusiva alla Gestione separata dell’INPS, per il 2014 era previsto un aumento dell’aliquota contributiva pensionistica dal 27% del 2013 al 28%, così come indicata dalla riforma Fornero delle pensioni. L’aumento è stato bloccato, soprattutto grazie alle proteste dei professionisti senza Albo, e di conseguenza anche per il 2014 l’aliquota sarà del 27%. La stessa riforma ha previsto, entro il 2018, un aumento graduale dell’aliquota fino all’equiparazione con il lavoro dipendente, ossia al 33%.
Il decreto mille proroghe: 6,2 miliardi per il lavoro e la lotta alla povertà – Nel decreto mille proroghe varato subito dopo la legge di Stabilità, tra le tante cose, sono stati riprogrammati 6,2 miliardi a favore di provvedimenti per il lavoro, il credito alle PMI e la lotta alla povertà. In sostanza, le risorse provenienti dai fondi europei e già stanziate per opere in forte ritardo di attuazione e che dovevano essere spesi entro il 2015, sono state dirottate verso altri provvedimenti per evitare che l’Europa ce le togliesse. Questo tesoretto adesso andrà a provvedimenti per il lavoro. Vediamoli nel dettaglio.
Sostegno al credito per le PMI – 1,2 miliardi del tesoretto sono stati dirottati al Fondo centrale di garanzia per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, come già previsto dalla legge di Stabilità.
Auto imprenditorialità giovanile – 1 miliardoper la creazione di nuove imprese da parte dei giovani per la produzione di beni e fornitura di servizi. Questa misura sarà gestista direttamente da Invitalia, l’agenzia pubblica per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa. …
Incentivi per chi assume under 30 e disoccupati – Per questi provvedimenti sono stati stanziati 700 milioni. Di questi, 150 milioni vanno a incrementare i circa 800 milioni già stanziati per il quadriennio 2013-2016 per gli incentivi (bonus contributivo fino a 650 euro mensili per 12-18 mesi) all’assunzione di giovani tra i 18 e 29 anni che si trovano nelle seguenti condizioni: disoccupati da almeno 6 mesi, senza un diploma di scuola media superiore o professionale, single con una o più persone a carico.
Lo strumento d’inclusione attiva – Previsti 300 milioni di euro per il SIA. E’ il nuovo strumento, sperimentale, d’inclusione per le persone in condizione di povertà. Questo nuovo strumento prevede l’inserimento scolastico dei minori e il collocamento attivo degli adulti in una logica attiva delle politiche di contrasto alla povertà e non puramente assistenziale. Si affianca alla vecchia social card per la quale sono state già stanziate con la legge di Stabilità 250 milioni di euro (oltre ai 560 milioni già previsti per le famiglie in grave stato di povertà). La prima fase della SIA è rivolta a 50 mila persone residenti nelle città con oltre 250 mila abitanti. Successivamente la sperimentazione si allargherà ad una fascia più ampia di persone e a tutto il territorio nazionale fino a toccare circa 450 mila persone in stato di grave difficoltà economica.
Piano di riqualificazione delle città e nuova occupazione – La metà dei fondi riprogrammati, circa 3 miliardi, andranno alle città sotto i 5 mila abitanti per opere realizzabili in tempi brevi; ai lavori di riqualificazione urbana e di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale per la promozione turistica del territorio. Secondo il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, si stima una incremento dell’occupazione con queste provvedimento di circa 80 mila nuovi posti di lavoro nel 2014.