Totale indifferenza e un silenzio assordante da parte di Asstra, Agens e Anav, le associazioni datoriali che rappresentano le aziende di trasporto pubblico sia pubbliche che private. Lo evidenziano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, a seguito della proclamazione dello sciopero del prossimo 8 febbraio di tutte le lavoratrici ed i lavoratori del tpl, aggiungendo che ad oggi non ci sono novità che possano evitare la protesta.
Secondo le organizzazioni sindacali questo silenzio non è più tollerabile alla luce dell’intervento economico che il Governo ha già annunciato nell’imminente decreto ristori per il settore del tpl. Nessuno può pensare che, a fronte di un ristoro con risorse pubbliche, siano lasciati fuori i lavoratori che aspettano da oltre tre anni di veder riconosciuti i propri diritti.
È pertanto necessario – proseguono i sindacati – trovare un accordo economico sul triennio contrattuale scaduto il 31 dicembre 2017, essendo una condizione fondamentale per avviare la trattativa per il rinnovo del triennio 2021/2023. Un rinnovo contrattuale atteso da più di 100mila autoferrotranvieri, che continuano a svolgere le proprie mansioni tra mille difficoltà organizzative e di sicurezza, accentuate dalla pandemia.
L’annunciata ed attesa riforma del settore, avviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tenendo anche conto della vertenza aperta per il rinnovo del contratto nazionale del Ccnl, dovrà procedere in maniera spedita introducendo elementi che, – sottolineano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – a partire da incentivi all’unificazione delle oltre 1200 aziende esistenti, migliorino i livelli di qualità del servizio e innalzino gli standard di sicurezza.