Roma – Ha preso il via in modalità videoconferenza il confronto per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del Terziario Distribuzione Servizi per i dipendenti da aziende associate alla Confcommercio, scaduto il 31 dicembre 2019, applicato alla più vasta platea di lavoratori del settore privato in Italia, con oltre 3milioni e mezzo di addetti impiegati nelle attività commerciali e nelle imprese di servizi, Uno spaccato economico che ricomprende anche i lavoratori dell’Ict e figure dell’e-commerce oltre alle figure più tradizionali, come gli addetti alle vendite, cassieri e magazzinieri. Lo comunica la Filcams Cgil nazionale in una nota.
I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno rappresentato all’associazione imprenditoriale i contenuti del documento unitario per l’avvio del tavolo negoziale, in uno scenario economico che riflette inevitabilmente gli effetti della crisi pandemica. Al centro dell’impegno della delegazione sindacale i temi legati a salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla introduzione di nuove tutele e garanzie per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro, al salario, al welfare, alla formazione ed alla rivisitazione delle professionalità nei sistemi di classificazione come al contrasto al divario e alla violenza di genere.
La proposta di parte sindacale dedica poi un’attenzione particolare al lavoro del futuro, con l’espressa richiesta di rendere più strutturato l’articolato contrattuale in tema di lavoro agile, oltre ad un focus sulle attività terziarizzate, anche alla luce delle riorganizzazioni che le imprese dei servizi e del commercio stanno realizzando su vasta scala.
Per i sindacati “è necessario, sia pure nelle condizioni complesse che il macrosettore del terziario sta attraversando, ribadire la valenza del contratto leader di settore per preservare ed accrescere la qualità del lavoro all’interno delle aziende che lo applicano e per rispondere in maniera congrua alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, anche preservando il potere di acquisto delle retribuzioni”.
“Le attività di vendita dei generi di largo consumo, al pari di altri pochi servizi di tipo essenziale – hanno evidenziato le tre federazioni di categoria – in questi difficili mesi hanno garantito un continuo presidio, ragion per cui i lavoratori in esse impiegati, chiamati in talune attività ad uno sforzo eccezionale nel corso della pandemia da Covid-19, hanno diritto ad una conclusione negoziale in tempi ragionevoli e che dia loro delle risposte apprezzabili”.