I punti principali. In questa fase di avvio, riporta il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono emersi i principali nodi che saranno affrontati nel Piano Triennale: vi è accordo sulla necessità di intervenire sulla prevenzione del fenomeno, in primo luogo garantendo quei servizi che possono fornire un’alternativa legale al caporalato.
Dal confronto tra i partecipanti dei gruppi sono emerse alcune tematiche trasversali e condivise: dalla necessità di una maggiore strutturazione degli strumenti di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro alla valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali, dal potenziamento dei trasporti interregionali alla possibilità di prevedere un piano di alloggi destinato alla manodopera stagionale.
Sui lavori del Tavolo per il caporalato si è espresso il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Claudio Cominardi: “Coinvolgere tutti i soggetti interessati nell’elaborazione di una strategia di contrasto al caporalato si sta dimostrando la scelta migliore: visto l’impegno e la competenza di tutte le parti coinvolte, il Piano Triennale non potrà che dare ottimi risultati”.
Interventi e obiettivi. Al fine di pianificare interventi che consentano un uso efficiente delle risorse impiegate, è stata evidenziata la necessità di una rilevazione preliminare dei fabbisogni degli operatori del settore agricolo sui territori.
L’obiettivo è garantire un servizio di trasporto e di alloggio che tenga conto delle stagionalità e delle conseguenti esigenze di mobilità interregionale dei braccianti a seconda dei diversi periodi di raccolta. In questa prima tornata, data la complessa evoluzione e la variabilità del fenomeno, tutti i componenti dei gruppi hanno sottolineato l’esigenza di lavorare in sinergia, assicurando un efficace e costante coordinamento tra le azioni proposte da ogni singolo gruppo.
L’incontro tra i coordinatori dei sei gruppi, che farà il punto sulle diverse linee di azione proposte, è previsto per il prossimo 15 aprile.