A causa della crisi scatenata dal Covid 19, il Sud perderà solo quest’anno 380 mila posti di lavoro. E’ la previsione dello Svimez che segnala come la perdita di occupati sia paragonabile a quella subita nel quinquennio 2009-2013 (-369.000). Secondo lo Svimez, “il calo dell’occupazione nel 2020 dovrebbe attestarsi intorno al 3,5% nel Centro-Nord (circa 600 mila occupati) ed intorno al 6% nel Mezzogiorno (circa 380mila occupati)”. Per il Mezzogiorno si tratta di un impatto che “per intensità è paragonabile a quello subito nel quinquennio 2009-2013”.
I dati. La ripresa dell’occupazione nel 2021 si attesterebbe “al +2,2% a livello nazionale per effetto di una crescita dell’1,3% nel Mezzogiorno e del 2,5% nel Centro-Nord”. Per effetto di tali andamenti “l’occupazione meridionale scenderebbe intorno ai 5,8 milioni, su livelli inferiori a quelli raggiunti nel 2014 al culmine della doppia fase recessiva”. Secondo lo Svimez nel 2020 il Pil si contrarrà dell’8,2% nel Mezzogiorno e del 9,6% nel Centro-Nord, contro una media dell’intera penisola pari a -9,3%.
Il calo del Pil, si evidenzia, è più accentuato al Centro-Nord risentendo in misura maggiore del blocco produttivo imposto per contenere la diffusione della pandemia. Ad attenuare la gravità del quadro previsivo interviene il consistente sostegno delle politiche pubbliche. Grazie agli interventi di contrasto agli effetti del Covid-19, per un importo pari a circa 75 miliardi di euro, la caduta del Pil è stata contenuta di circa 2,1 punti al Centro-Nord e di quasi 2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, anche se in termini pro-capite il beneficio è maggiore al Centro-Nord (1.344 euro) rispetto al Mezzogiorno (1.015 euro).