Arriva dal Governo il “Super Bonus Garanzia Giovani”, ricetta pensata ad hoc per trasformare gli stage del piano europeo di rilancio occupazionale giovanile in una chance occupazionale vera e propria. Una misura volta a risollevare la flessione negativa delle assunzioni in Italia, diminuite del 12% rispetto al mese di febbraio del 2015 (dati Inps), e a restituire credibilità alla formula del tirocinio formativo, in troppi casi destinato a non avere alcun seguito professionale.
Obiettivo dichiarato del “Super Bonus Occupazionale trasformazione tirocini”, introdotto dal ministero del Lavoro con Decreto Direttoriale n.16 del 3 febbraio 2016, quello di interrompere il trend invalso fra le aziende di “sfruttare” e sostituire gli stagisti, senza mai effettivamente investire su di loro. La direttiva del Governo – basata su uno stanziamento di 50.000.000 € – prevede infatti un incentivo economico per quei datori di lavoro che trasformano in assunzioni a tempo indeterminato i tirocini avviati entro il 31 gennaio 2016.
Arco di tempo previsto per le contrattualizzazioni, il periodo intercorrente tra il 1 marzo 2016 e il 31 dicembre dello stesso anno. Destinatari dell’iniziativa, i titolari che offrono un impiego ai cosiddetti “neet”, cioè a quei giovani compresi tra i 16 e i 29 anni, non impegnati in attività di studio né di lavoro. L’incentivo – dilazionato in 12 rate mensili, della durata di un anno – ha importo variabile a seconda della classe di profilazione stabilita dal Centro per l’Impiego: le erogazioni variano da un minimo di 3.000 euro ad un massimo di 12.000 euro, mentre saranno calcolate in maniera proporzionale per i part-time che prevedono un ammontare di ore lavorative pari almeno al 60% dell’orario normale. I requisiti per poter usufruire del Super Bonus dipendono poi dall’età dei soggetti, considerati rispetto a due blocchi di riferimento: dai 16 ai 24 anni e dai 25 ai 29 anni.
Non solo: i neo-assunti, disoccupati da un minimo di sei mesi, non devono essere diplomati né in possesso di qualifiche professionali. Altro parametro da rispettare, il tasso di disparità uomo-donna della professione considerata, superiore del 25% rispetto alla media della disparità di genere in tutti i settori economici dello Stato. La misura è cumulabile con altre agevolazioni contributive previste per le assunzioni, come ad esempio l’esonero contributivo triennale previsto dalla Legge di Stabilità 2015 e lo sgravio contributivo biennale del 40% istituito dalla successiva norma del 2016. Nel limite del 50% dei costi salariali, invece, si potrà sommarla alle agevolazioni previste per l’assunzione di donne disoccupate e residenti in aree svantaggiate, di giovani genitori e infine di apprendisti.
All’iniziativa di rilancio occupazionale che completa Garanzia Giovani, il Governo ne ha affiancata un’altra di “responsabilizzazione” delle imprese aderenti al progetto. Come reso noto dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti,«A partire da giugno il 40% del costo dei tirocini spetterà alle imprese, che verseranno 200 degli attuali 500 euro pagati ai giovani dallo Stato, per evitare ogni forma di abuso». Questo perché un’azienda tenuta a sostenere dei costi farà un uso senz’altro più oculato degli incentivi a disposizione, anche nell’ottica di una futura contrattualizzazione dello stagista.
Un sistema dalle criticità innegabili quello di Garanzia Giovani, che tuttavia ha prodotto esiti positivi: «È vero che il programma presenta molti difetti – ha spiegato Poletti – ma ha creato altrettante opportunità. La decontribuzione ha generato il 27,7% in più di assunzioni tra gli under 30 a tempo indeterminato, per un totale di 307.000 nuovi posti di lavoro nel 2015. I nuovi contratti a tempo indeterminato che non hanno richiesto la decontribuzione, invece, si sono fermati, sempre nel 2015 e sempre per i giovani compresi nella stessa fascia d’età, al 19%. Inoltre, al netto della decontribuzione che si esaurirà nel 2018, gli indeterminati costeranno sempre il 5% in meno dei contratti a termine».
di Viviana Passalacqua