“Abbiamo creato un’applicazione che permette agli utenti di fotografare gli scontrini dei propri acquisti e di ottenere buoni acquisto e buoni sconto da utilizzare in negozi online e offline. Inoltre, questa app è in grado di estrarre da ogni scontrino informazioni strutturate (esempio: data, luogo, tipologia di prodotto acquistato) e di analizzarle, al fine di inviare buoni sconto più coerenti ai propri gusti e abitudini di acquisto. Questo fornisce un prezioso incentivo a richiedere gli scontrini durante gli acquisti ai fini dell’abbattimento dell’evasione fiscale in Italia.” Sono queste le parole di Luca Gisi, CEO e co-founder di Tickete (www.tickete.it), app gratuita che ha visto la luce nel 2014 e startup Vincitrice della StartCup Emilia Romagna nello stesso anno.
Luca, qual è stata la scintilla che ha dato vita a Tickete e quali sono stati i primi passi di questa impresa?
La scintilla ha cominciato a prendere forma a partire da una domanda: mi sono chiesto “Perché online è presente una grande mole di informazioni, tracciabili ed analizzabili, mentre offline moltissimi dati sono destinati a essere persi?”. A questo quesito si era aggiunta un’altra considerazione, nata mentre stavo ricopiando i dati dei miei scontrini per la gestione delle spese. Iniziavo a capire, quindi, che il punto di partenza potevano essere proprio i dati presenti sugli scontrini. La vera svolta è avvenuta, però, quando ho deciso di abbandonare la mia precedente attività e partecipare ad InnovAction Lab, corso di imprenditorialità supportato da Jp Morgan, Cariplo e Microsoft. Sono stati due mesi intensi in cui ci si rende conto della velocità dell’innovazione e in cui si comprende come validare in maniera rapida la propria idea e come presentarla a clienti ed investitori. Sono uscito dal percorso di InnovAction Lab ancora maggiormente determinato e con la convinzione che era il momento di trasformare Tickete da idea a impresa. Il primo successo che ci ha permesso di partire al meglio è stato vincere nel 2014 la Startcup Emilia Romagna, arrivando primi su 140 progetti. I diecimila euro in palio sono stati fondamentali per partire e costituire la società, ma soprattutto da lì è nato il contatto con il primo cliente e il primo contratto.
Inoltre, da luglio 2015 anche Telecom ha creduto nel nostro progetto e siamo tra le 10 startup di Bologna entrate nel programma di accelerazione TIM WCAP. Il programma metta a disposizione per un anno lo spazio di co-working dell’ex sede Telecom, l’accesso facilitato all’albo fornitori Telecom e 25mila euro come grant a sostegno dell’impresa.
Qual è stato il percorso formativo e professionale che ti ha portato alla guida di questa startup?
Più che un percorso formativo e professionale specifico, credo che Tickete sia il risultato di un mosaico formato da esperienze e persone: abbiamo cercato di unire tutti gli spunti acquisiti negli anni e li abbiamo fatti incontrare, per fare in modo che da questo mix si sviluppasse un progetto solido e valido. Devo sottolineare, in ogni caso, che l’esperienza della mia precedente startup in ambito e-commerce, ha influenzato molto quella che oggi è Tickete, alimentando il desiderio di creare un ponte di collegamento tra il mondo dell’online e dell’offline.
Cosa significa essere un imprenditore oggi?
Essere imprenditore significa alimentare e sviluppare la curiosità e il desiderio di creare valore con le proprie azioni, mettendo in connessione persone di qualità. Mai come ora c’è bisogno di nuove energie, di nuovi modi di ripensare quello che già esiste, abbinandolo alla tecnologia che ci permette di risolvere problemi in maniera rapida ed efficace. La difficoltà maggiore è trovare il team giusto, persone con la stessa visione e determinazione, dove anche se si cade da soli ci si rialza insieme. Credo che le possibilità ed opportunità oggi siano numerose e una startup per la sua dinamicità e approccio rapido, è perfetta sia per arrivare all’utente finale offrendogli il proprio prodotto, sia stringendo partnership con grosse aziende che hanno necessità di soluzioni innovative.
Secondo la tua esperienza, quali sono i lati “migliori” e “peggiori” del mestiere di imprenditore, in Italia?
Non è importante Italia o estero, credo che a livello generale i lati migliori e i peggiori siano i medesimi, a prescindere dl luogo in cui ci si trova. Guardando i migliori, sicuramente non si possono non nominare i continui stimoli, il desiderio di mettersi in gioco ed affrontare sfide giorno dopo giorno che ti fanno crescere e imparare. Si crea qualcosa di proprio, si realizza, si fa crescere e si innova. I lati peggiori, senza dubbio, sono rappresentati dalla lentezza a livello di mentalità e di esecuzione in cui troppo spesso ci si imbatte.