Fra poco più di 3 settimane milioni di lavoratori in smartworking, tra cui molti metalmeccanici, rischiano di non avere più regole di riferimento per lavorare a distanza durante la pandemia. A lanciare l’allarme il Segretario Generale Fim Cisl, Roberto Benaglia che sottolinea come il decreto legge ‘Sostegni’, infatti, non ha reiterato la gestione emergenziale che ha accompagnato da oltre 1 anno la pandemia e che scade il prossimo 30 aprile. E altresì poco prevedibile che tale dimenticanza possa essere corretta in sede di conversione parlamentare del decreto, che avverrà sicuramente nel mese di maggio inoltrato.
Siamo di fronte a un possibile salto nel vuoto nel rapporto tra lavoratore e impresa che getta nell’incertezza una platea importante di lavoratori, a cui bisogna porre rapidamente rimedio. Siamo ancora in fase emergenziale, proponiamo che sia la contrattazione collettiva, sia a livello nazionale che in azienda, a colmare questo vuoto e a cominciare a costruire regole che superino la pura emergenza e che puntino a rendere stabile e sostenibile il lavoro agile anche per le migliaia di imprese e milioni di lavoratori che non lo hanno mai trattato sulla base della volontarietà prevista dalla legge istitutiva 81/17. E’ tempo ormai che si cominci a costruire una regolazione che renda stabile, anche se ridotto ad alcuni giorni alla settimana, il lavoro agile per le tante imprese e i tanti lavoratori che lo hanno cominciato a praticare durante la pandemia.
Non possiamo pensare – prosegue Benaglia – che la soluzione possa essere la definizione di milioni di accordi individuali che lascerebbero in questo caso il lavoratore in una posizione debole. Le regole della legge 81 erano state pensate per imprese motivate e lavoratori volontari. Ora dobbiamo pensare a chi da poco tempo è stato introdotto in questa realtà. La contrattazione aziendale sta già regolando questa nuova modalità di lavoro nelle grandi aziende per una fetta importante di lavoratori. Dobbiamo estenderla urgentemente nel dialogo e nel confronto con le parti datoriali per supportare un cambio di passo e costruire regole pensate per l’uscita dalla fase emergenziale della pandemia.
Diritto alla disconnessione, gestione del lavoro osservando regole di salute e sicurezza, formazione ad hoc per dipendenti e loro responsabili, fornitura degli strumenti idonei, rispetto di regole condivise in tema di orari e flessibilità sono le principali questioni che vanno ora affrontate per evitare un lavoro da casa in isolamento e fuori controllo. Sono oltre 500mila – conclude il Segretario Fim Cisl, Benaglia – i lavoratori metalmeccanici (impiegati, progettisti, tecnici) che vengono attualmente stimati come lavoratori in remoto o per 5 giorni alla settimana o per alcuni giorni”.