“Siamo il paese più bello del mondo ma vorrei che la nostra sia una bellezza efficiente, e non contemplativa. Quella contemplativa porta ad attrarre turisti, ma non ci fa essere competitivi a livello mondiale”. Queste parole, pronunciate dal segretario generale di Cna Sergio Silvestrini, nel giorno della nomina del neopresidente lombardo della Confederazione artigiana, Giovanni Bozzini, spiegano quale sia, per il numero uno Cna, il punto di svolta che ha di fronte l’Italia. Perché il momento, come lo definisce il segretario Cna “è epocale” e bisogna attrezzarsi per affrontare al meglio il cambiamento, esterno e interno. Tuttavia, per cambiare il proprio ruolo internazionale, il sistema imprenditoriale italiano deve cambiare da dentro, modificando alcune dinamiche nazionali, e soprattutto cercando unità, fa capire.
“Dobbiamo tornare a politiche capaci di stimolare domanda, investimenti, domanda aggregata, e andare verso una dimensione di coesione sociale rispetto a quello che abbiamo visto in questi anni”, prosegue Silvestrini, e il primo passo dovrebbe essere non perdersi in territorialismi eccessivi, ma ragionare da paese. “Occorre cercare di coprire divari territoriali enormi– osserva- perché se noi non facciamo crescere il sud non riusciremo a raggiungere i livelli europei e la Lombardia da sola non sarà in grado di farlo perché il carico è troppo pesante”. Ecco perché per il segretario Cna “bisogna avere un’idea nazionale con alcuni punti di grande eccellenza dove prevale l’efficienza”, ma dove ci sia “forza centripeta” e non “centrifuga”.
CHI È GUILIO BOZZINI, NEOPRESIDENTE LOMBARDO DELLA CNA
Insomma, una nuova era da affrontare uniti. All’evento di oggi ha preso parte anche l’assessore lombardo Guido Guidesi, che sottolinea come non debba essere la politica a scegliere le direzioni da intraprendere per le imprese, ma gli imprenditori stessi. Guidesi è soddisfatto dei recenti dati ‘da record’ sul comparto export e guarda con fiducia alla ripresa del comparto territoriale. Ora che l’ex presidente lombardo Daniele Parolo saluta Cna dopo 8 anni, Bozzini è pronto a raccogliere il testimone. Imprenditore del terziario, in particolare del segmento dei servizi socio-sanitari alla persona, il cremonese Bozzini arriva all’incarico regionale dopo esperienze politico-amministrative, come sindaco del Comune di Scandolara Ravara (Cremona) e di esperienze associativo-sindacali, come presidente di Cna Cremona e dell’Ente bilaterale lombardo dell’artigianato.
GLI OBIETTIVI DELLA CNA LOMBARDIA
“La mia priorità è rafforzare la capacità di Cna di fare rappresentanza e lobby a favore delle micro e piccole imprese socie”, afferma il neopresidente, che garantisce “un impegno quotidiano” nel “conoscere le esigenze dei mercati che rappresentiamo”. È sua intenzione, inoltre “interloquire con tutte le istituzioni per plasmare un ambiente normativo, amministrativo e fiscale amichevole nei confronti di chi ha ogni giorno il coraggio di fare impresa in un Paese meraviglioso ma complesso”.
Ci sarà poi modo di iniziare a dialogare con le istituzioni, per andare tutti nella stessa direzione. “Il dialogo con Regione Lombardia continuerà ad essere fondamentale- afferma Bozzini- ma punteremo molto anche sulla capacità dei parlamentari lombardi di rispondere ad esigenze e proposte delle nostre imprese”. Più in larga scala, “guardiamo già con preoccupazione e speranza alla serie impressionante di impegni e scadenze che il governo Draghi dovrà centrare per fare davvero tesoro del Recovery Fund“, ma “siamo consapevoli che l’Europa merita il nostro impegno in un clima di condivisa responsabilità”. Ecco perché Cna Lombardia, come sostiene il suo nuovo presidente, “sta già lavorando con la giunta e il Consiglio intorno ad una precisa agenda di priorità: efficientamento energetico ed economia circolare, digitalizzazione delle Pmi, formazione 4.0 dei titolari, rafforzamento patrimoniale del nostro tessuto produttivo, valorizzazione di tutti gli elementi di autonomia fiscale ed amministrativa di una Regione importante come questa“.
D’altronde, quanto prima si capisce che questa crisi economica seguita alla pandemia non è uno scenario simile a quelli che conosciamo, quanto prima si riesce a venirne fuori non uguali a prima, ma profondamente cambiati e pronti ad affrontare una realtà diversa. Un concetto espresso da due ospiti politici dell’evento, il presidente del Consiglio lombardo Alessandro Fermi e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Il primo sottolinea come questa crisi rispetto a tutte le altre sia “antidemocratica” perché ha colpito seriamente alcuni settori, risparmiandone altri, e che quindi “le ricette economiche utilizzate finora non sono valide per affrontarla”, il secondo invece prova ad offrire qualche soluzione a grandi linee. Secondo il sindaco orobico infatti, gli investimenti sulle capacità produttive e la formazione sono la condizione sine qua non un’azienda può competere attualmente. Anche perché, “in questa fase ci sono settori che hanno un’esplosione e settori che fisiologicamente declinano“, dunque “non dobbiamo fare la respirazione artificiale a chi fa fatica a collocarsi in questo cambiamento”, piuttosto “salvaguardare i lavoratori”.
Fonte: Agenzia Dire