L’Italia è entrata a far parte dell’Epic Equal Pay International Coalition, la Coalizione internazionale per la parità di retribuzione. A siglare l’importante adesione, la delegazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali guidata dal Consigliere Diplomatico, Carmelo Barbarello. La formalizzazione è avvenuta in occasione della riunione sulla promozione della parità salariale in Europa, svolta a Berlino il 18 e 19 febbraio scorsi. Lo rende noto il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’Epic, lanciata nel 2017 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, – si legge nella nota – opera su scala regionale e nazionale ed è guidata dall’Oil Organizzazione Internazionale del Lavoro, assieme a Onu Donne e all’Ocse. A livello di Stati aderenti alla Coalizione, l’Italia si è affiancata così ad Australia, Canada, Germania, Islanda, Giordania, Nuova Zelanda, Panama, Corea del Sud, Sudafrica e Svizzera.
Scopo principale dell’Epic è “l’adozione di misure concrete per il raggiungimento della parità di retribuzione e dell’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sulla parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze”. La delegazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha colto l’occasione per illustrare quanto le Istituzioni nazionali siano da tempo impegnate in iniziative che mirano al raggiungimento della parità di retribuzione. Si tratta, peraltro, – precisa il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – di un principio sancito dall’articolo 37 della nostra Costituzione: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”.
L’Italia, inoltre, è tra i Paesi che hanno ratificato la Convenzione Oil numero 100 del 1951, sull’uguaglianza salariale, ratifica “che portò alla revisione della legislazione nazionale vigente agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso che prevedeva, per alcuni settori economici e professioni, coefficienti di retribuzione inferiori per le lavoratrici rispetto ai salari dei colleghi di sesso maschile”.
La parità retributiva in Italia – ha ricordato la Delegazione del Dicastero – è uno dei temi in cima alla lista delle “priorità per le politiche del lavoro, dell’uguaglianza e della non discriminazione”. Non a caso, tra i provvedimenti ora in discussione in Parlamento figura un disegno di legge che mira a promuovere maggiore trasparenza sulle retribuzioni, da raggiungere mediante rapporti annuali delle imprese, rafforzamento dei controlli e delle sanzioni in materia e la concessione di un bollino di qualità alle aziende virtuose.