Questa mattina si è riunito il tavolo sul lavoro autonomo su richiesta della Ministra del lavoro Nunzia Catalfo. La convocazione del tavolo era una delle proposte avanzate dal CoLAP durante gli stati generali convocati dal governo lo scorso giugno. All’ordine del giorno la discussione sulla nuova indennità a favore dei lavoratori autonomi, denominata Iscro. La presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci ha espresso stamattina tutte le perplessità su questo nuovo strumento; i rilievi sono stati accolti dalla Ministra Catalfo che, nel suo intervento, ha citato esplicitamente la posizione del Coordinamento sottolineando l’importanza del contributo offerto.
“Ringraziamo la ministra Catalfo per aver accolto la nostra richiesta di convocare un tavolo per gli interventi a sostegno del lavoro autonomo”, le parole della presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci. “Il confronto tra associazioni e governo è fondamentale per approvare gli interventi giusti per la ripresa del paese, in particolare per quanto riguarda i lavoratori autonomi. Iscro, per come è congegnata, rischia di essere più un peso che un reale supporto; la soglia di reddito fissata è troppo bassa e le modalità di erogazione non sono adatte a sostenere il mondo professionale”.
L’indennità sarà accessibile solo ai professionisti con un reddito inferiore a 8.145 euro lordi all’anno. In pratica, andrà a partite iva con un guadagno medio di 450 euro netti al mese, mentre il suo costo sarà spalmato su tutti gli autonomi, con un aumento dell’aliquota contributiva dello 0,28%. L’aumento, inoltre, rischia anche di essere più corposo, visto che la ministra stessa ha dichiarato che per rendere sostenibile la misura sarà necessario arrivare a una crescita dello 0,5%. Il sostegno, poi, potrà essere richiesto un anno dopo la contrazione dei redditi necessaria per riceverlo e una volta ottenuto si dovrà attendere 5 anni per poterne nuovamente usufruire. Carente, inoltre, l’incremento di politiche attive necessarie a riqualificare il lavoratore.
“Il nostro obiettivo”, conclude la presidente Alessandrucci, “deve essere quello di non avere professionisti che guadagnano 450 euro al mese. Per far questo, dobbiamo puntare sulla formazione, la riqualificazione professionale, l’aggiornamento. E deve essere lo stato a permettere al professionista di aggiornarsi. Ciò si traduce in: politiche attive, certezza dei pagamenti con il rafforzamento dell’equo compenso, apertura e competitività dei mercati professionali. Iscro, invece, è più un incentivo alla chiusura dell’attività che uno stimolo a ripartire: mi domando infatti se a un professionista che si alza tutti i giorni per guadagnare 450 euro al mese e ricevere un supporto una volta ogni cinque anni non converrebbe invece chiudere la partita iva e chiedere il reddito di cittadinanza”.