Attraverso il sistema di stabilità sociale previsto dalla Costituzione, lo Stato garantisce ai cittadini lavoratori i benefici necessari per far fronte a eventi che possono ostacolare la propria attività. Determinate patologie o imprevisti familiari possono compromettere o annullare la capacità lavorativa, impedendo al professionista di completare le dovute mansioni. A tal fine, i lavoratori con partita IVA o autonomi hanno l’obbligo di versare all’ente previdenziale una parte del reddito, che sarà loro restituito al raggiungimento dell’età pensionabile. I contributi versati dai lavoratori autonomi vengono utilizzati anche per borse di studio a supporto del percorso formativo dei propri figli.
Borse di studio
L’Enpam ha annunciato che assegnerà quasi 600 borse di studio a figli di medici e orfani in “camici bianchi”. Il bando di recente pubblicazione prevede 300 borse di studio da 3.100 euro, destinate a sostenere gli studi universitari di figli di liberi professionisti – anche se in pensione – che versano all’Enpam i contributi detti “Quota B”. Per gli orfani di medici e dentisti, il bando recentemente pubblicato assegna 250 borse di studio. Queste prevedono l’erogazione di un importo da 830 a 3.100 euro per coloro che frequentano college, scuole superiori o università. Ottenere una di queste borse di studio non esclude dall’accesso ad altre forme di contributo. L’istituto infatti ogni anno eroga contributi attraverso un fondo gestito dall’Enpam, a favore dei parenti dei medici e dei dentisti morti a causa della pandemia. Grazie a un patto quinquennale, ogni anno vengono assegnate ulteriori borse di studio a figli di medici – in età studentesca o universitaria fino a 26 anni. Orfani di professionisti a causa del Covid-19 sono morti durante lo stato di allerta.
I destinatari
Il bando, già pubblicato, si rivolge agli studenti universitari iscritti all’a.a. 2021/2022. Alle 300 borse di studio, ognuna da massimo 3.100 euro, è possibile accedere secondo criteri di reddito e merito. I ragazzi che vogliono partecipare al bando di borsa di studio devono avere almeno 26 anni ed essere in regola con gli studi. In altre parole, devono aver ottenuto tutti i crediti previsti dai programmi degli ultimi anni e almeno la metà di quelli dell’anno accademico in corso.
Il piano di supporto previsto per le borse di studio per i figli universitari dei contribuenti sopra descritti si aggira attorno a 1,4 milioni di euro. Un importo aggiuntivo rispetto alle quote messe a disposizione degli studenti universitari, figli della maggior parte degli affiliati all’Enpam, che hanno ottenuto l’ammissione alle scuole di merito. Requisiti dei professionisti richiedenti Come detto, il lavoratore autonomo interessato a richiedere il supporto per il proprio figlio potrà fare domanda se versa i contributi di Quota B. Un ulteriore vincolo è il reddito: questo non deve superare più di 6 volte il trattamento minimo Inps. Per agevolare il professionista, questo limite aumenta di un sesto per ogni componente aggiuntivo del nucleo familiare. Puoi tenere sotto controllo e monitorare le tue attività con l’applicazione per professionisti beprof.
– Agenzia DiRE (www.dire.it) –