LabItalia – Più di 6 imprese su 10 hanno scelto il personale da assumere nel 2013 partendo da una conoscenza diretta del candidato, magari già sperimentato nel corso di uno stage o di un tirocinio, ovvero utilizzando canali del tutto informali, quali il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori. Solo nel 1,8% dei casi le imprese si sono rivolte ai Centri per l’impiego e nel 2,6% alle società di somministrazione.
A registrare il feeling delle imprese quando devono assumere un dipendente è una rilevazione del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro, presentata oggi in occasione dell’Audizione di Unioncamere nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati, promossa dalla XI Commissione Lavoro della Camera.
“L’utilizzo di canali informali per la selezione del personale da parte delle imprese contribuisce certamente a quella asimmetria informativa che penalizza il merito e le capacità, in particolare dei giovani lavoratori” ha evidenziato il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi. In questo scenario, e visto il perdurare del disallineamento tra profili in uscita dal sistema formativo ed esigenze delle imprese, le Camere di commercio, già fortemente impegnate sul fronte dell’orientamento, dell’alternanza scuola-lavoro e dell’auto-imprenditorialità, potrebbero svolgere -ha osservato Gagliardi- un utile servizio presso le aziende delle filiere chiave sul territorio, aiutandole a individuare le figure di cui hanno bisogno. Inoltre, ha proseguito, “in maniera analoga a quanto accade nel sistema duale tedesco, la rete delle Camere di commercio potrebbe essere coinvolta nella gestione territoriale di un sistema di certificazione delle competenze – corrispondenti agli standard fissati a livello nazionale – in particolar modo degli studenti in uscita dai percorsi di alternanza scuola lavoro”.
Soprattutto le micro-imprese, rileva Unioncamere, appaiono meno inclini a ricorrere a soggetti o strumenti di intermediazione nella ricerca di nuovo personale, tanto che tra queste ultime sale al 67,3% la quota di quelle che si concentrano solo sulla conoscenza diretta o sulla segnalazione da parte di conoscenti.
I Centri per l’impiego e le società di somministrazione hanno invece un tasso di utilizzo crescente con la dimensione aziendale, sebbene l’attenzione ricevuta non ecceda mai il 16% del totale delle imprese, raggiunto nel caso di imprese tra i 250 e i 499 dipendenti. Molto spesso la conoscenza diretta di un candidato, prosegue Unimpresa, è avvenuta in seguito a stage o tirocini formativi. Nel 2013 le imprese italiane hanno ospitato oltre 310.500 tirocinanti e stagisti, 4 mila in più del 2012 (+1,3%). In leggero rialzo è anche la quota di imprese che ha ospitato tirocinanti e stagisti (dal 13,8 al 13,9%), mentre si è ridotto il numero medio di tirocinanti e stagisti ospitati per impresa (da 1,5 a 1,4).
Nel 2013 è aumentata invece di 2 punti percentuali la quota di stagisti e tirocinanti in possesso di un titolo di studio universitario, che nel 2013 raggiunge il 32,3%, il valore più alto dal 2010 in poi. Di questi, il 9,5% – in aumento rispetto al 9,1% registrato nel 2012 – sono già stati assunti o lo saranno a breve.