Successivamente allo sciopero di ieri tra sindacati e azienda si è scatenata una sorta di guerra di cifre sulla percentuale di adesione alla mobilitazione. Mentre i sindacati, infatti, rivendicano un’adesione del 75% a livello nazionale, Amazon sostiene una partecipazione che va non oltre il 10%.
“Adesione media del 75%, con punte del 90% in alcuni territori”. È questo il dato che Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti comunicavano ieri sera attraverso una nota congiunta parlando di una partecipazione alla mobilitazione diffusa nei vari magazzini e centri logistici Amazon sparsi su tutto il territorio nazionale in merito al primo sciopero della storia di Amazon Italia.
Stando a quanto riferito da una portavoce di Amazon Italia, invece, il tasso di partecipazione allo sciopero sarebbe stato inferiore al 10% e quello riferito ai fornitori dei servizi di consegna intorno al 20%. Ieri mattina Mariangela Marseglia, responsabile per l’Italia del colosso mondiale dello shopping online, nel rispondere ai sindacati che invitavano a non effettuare acquisti online per l’intera giornata, aveva risposto affermando che “i fatti sono che noi mettiamo al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale“, rivendicava la manager. “Essere l’azienda più attenta al cliente al mondo significa anche informarvi sulla realtà dei fatti, soprattutto quando questi rischiano di non emergere adeguatamente, per continuare a meritarci la vostra fiducia”, scriveva Marseglia provando a ribaltare la narrazione dei sindacati in protesta per le condizioni di lavoro non solo degli addetti dei magazzini, ma dai lavoratori di tutta la filiera, compresi gli autisti in prima linea per le consegne a domicilio.