A terra cadono sindacalisti e lavoratori di Roma Metropolitane e molte sono donne. Michele Azzola segretario generale Cigl Roma e Lazio chiede agli agenti di fermarsi, Alberto Civica, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio viene travolto, sbatte la schiena, qualcuno lo pesta con gli scarponi. Nella serata di ieri non riesce a parlare, a fatica ripete sorpreso che “in 40 anni di sindacato non ho mai visto nulla di simile”.
Lo scontro fisico tra manifestanti e la carica della Polizia è stato particolarmente duro e ha provocato la caduta e il ferimento anche del consigliere comunale di Sinistra per Roma e deputato di Leu di Sinistra Italiana, Stefano Fassina (con una prognosi di 20 giorni per trauma toracico), e del segretario della Fp Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola.
Erano tutti lì, solo per difendere un diritto. Erano lì per un presidio a sostegno dei lavoratori di Roma Metropolitana a rischio licenziamento, in sciopero da due giorni contro l’intenzione della giunta Raggi di liquidare la società. A rischio immediato di licenziamento ci sono almeno 45 dipendenti su 153, ma il futuro è nebuloso per tutti. Nero, dicono. E dopo l’Ama, la situazione delle partecipate nella Capitale, sembra davvero drammatica. L’azienda che si occupa della progettazione e della costruzione delle linee della metro della città, è a un passo dalla liquidazione e il Comune ha scelto di non ricapitalizzare. Si dimette pure l’amministratore unico, Marco Santucci. Un altro manager salta. Una situazione che rischia di diventare una polveriera anche se il Campidoglio rassicura che la metro C non è a rischio.
Intanto la Raggi domani riferirà in Aula e in un post su Facebook l’assessore al Personale del Comune di Roma, Antonio De Santis lancia un salvagente ai lavoratori: “Li ricollocheremo”, scrive sui social. “Si potrebbe pensare di riassorbirli in altre aree produttive afferenti a Roma Capitale. Si potrebbe verificare la possibilità di utilizzare lo strumento della mobilità interaziendale affinché queste persone trovino posto e risultino utili in altre partecipate capitoline”.
Intanto viene fuori il contenuto della memoria di giunta con cui il Campidoglio ha liquidato Roma Metropolitane. “Riduzione del capitale sociale al di sotto del minimo legale”, che secondo il Codice civile, in assenza di una immediata ricapitalizzazione, porta la società a sciogliersi definitivamente entrando in stato di liquidazione. E poi l’integrazione del Collegio sindacale.
L’atto formale è stato presentato ai vertici di Roma Metropolitane oltre che agli assessori al Bilancio, Gianni Lemmetti, ai Trasporti, Pietro Calabrese, e al dipartimento Mobilità. Ma il testo era già stato predisposto ieri e comunicato a Luca Pasqualino, il collaboratore dell’Assessorato al Bilancio alle Partecipate che, entrando scortato dalla Polizia nella sede di Roma Metropolitane, ha determinato lo sgombero violento del blocco dei lavoratori in presidio.
Come stabilisce la memoria stessa sarà l’Assemblea Capitolina che ora dovrà esprimersi in merito. Compito dei consiglieri sarà quello di far diventare ufficiale la volontà della giunta attraverso l’approvazione di una delibera che avrà come contenuto la liquidazione della società. Solo a quel punto il processo sarà irreversibile. Intanto è anche partita la corsa per la ricerca di un nuovo amministratore delegato della società.
Sul lato legale, gli inquirenti della Procura di Roma attendono una rapporto informativo della Digos in merito al ferimento del deputato di Liberi e uguali. Intanto i sindacati confederali chiedono al Viminale e al questore di Roma di spiegare quanto è accaduto.
“Quello che è stato fatto dalle forze dell’ordine a dei lavoratori inermi, ai dirigenti sindacali e ai rappresentanti politici presenti al presidio è intollerabile”, dichiarano all’unisono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Ma in una nota del Viminale si è sottolineato che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha dato indicazione al capo della Polizia Franco Gabrielli di accertare quanto accaduto davanti alla sede dell’azienda.