Dall’inizio dell’anno, un vero e proprio esercito di italiani ‘under 35’ ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo, come si diceva una volta, di mettersi ‘in proprio’. Delle quasi 300mila imprese nate in questi ultimi dieci mesi, infatti, oltre 100mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età. Ecco la ricerca presentata in occasione della 138esima Assemblea di Unioncamere, che racconta come hanno risposto alla crisi le generazioni d’italiani che più di tutti pagano la difficile contrazione economica.
I dati: il sud è attivissimo – La culla di questa vitalità imprenditoriale è il Sud, dove ha sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40mila attività aperte in nove mesi. I settori in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio (dove opera il 20,5% delle neo-imprese giovanili), delle costruzioni (9,4%) e dei servizi di ristorazione (5,6%).
Vince la Calabria – Prima fra tutte le regioni è la Calabria. La provincia a maggior incidenza d’imprese giovanili sul totale (16,8%) è infatti Vibo Valentia, seguita da vicino da Crotone (16,6%) e da Reggio Calabria (16,1%). La prima provincia del centro è Frosinone (in 17ma posizione, con il 13,4%) mentre per trovare una provincia settentrionale bisogna scorrere la classifica fino alla 34ma posizione, occupata da Novara con l’11,3%.
Imprese individuali vs Società – Nella maggioranza dei casi (il 76,8%) si tratta d’imprese individuali, la forma più semplice – ma anche la più fragile – per operare sul mercato; il 15,6% dei giovani imprenditori ha scelto invece la forma della società di capitale, più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi.
Settori – Dall’analisi per settori emerge come le iscrizioni d’imprese giovanili si concentrino in modo più consistente nel commercio, nell’edilizia e nei servizi di alloggio e ristorazione. Presi insieme, questi tre settori hanno raccolto il 30% di tutte le nuove imprese giovanili aperte nei primi nove mesi dell’anno.
Soffermandosi sui primi dieci settori tra quelli preferiti dai giovani imprenditori, quello in cui risulta maggiore il loro contributo al flusso complessivo di nuove imprese è quello dei servizi finanziari, dove un’impresa su due – tra quelle aperte da gennaio a settembre – è ‘under 35’. Molto attraenti per i giovani si dimostrano anche il settore dei servizi per la persona (46,4% la componente delle iscrizioni ‘under 35’) e quello del commercio al dettaglio (43%).
Non più fuga di cervelli – “C’è una generazione di giovani che non si rassegna a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro”, ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello “né si arrende al vento della protesta, ma si rimbocca le maniche e guarda con coraggio al domani. Sono giovani che escono dal mondo della scuola ma anche, spesso per colpa della crisi, dal mondo del lavoro e che hanno trovato la forza di puntare su un’idea e sulle proprie competenze. A questi italiani dobbiamo intanto dire grazie per l’esempio che danno”.
Giovani aiutano tutta l’Italia – Il contributo dei giovani è stato determinante in questi mesi per consentire all’Azienda Italia di mantenere in attivo – seppur di poco – il bilancio tra aperture e chiusure d’imprese.
Per saperne di più – Tutti i dati sono disponibili all’indirizzo www.infocamere.it