La maggioranza di Governo ha trovato l’accordo sui riders. L’emendamento, che sarà presentato al cosiddetto “Decreto Crisi” in discussione al Senato, prevede le tutele del lavoro subordinato per i ciclofattorini impiegati in maniera continuativa e, per coloro che lavorano in maniera occasionale e discontinua, un pacchetto minimo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai CCNL, salute e sicurezza, tutele previdenziali) a cui può affiancarsi una regolamentazione specifica attraverso la stipula di contratti collettivi. E’ quanto fa sapere il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in una nota.
Il principale obiettivo di questo intervento è stimolare, anche in tale settore, – spiega il Ministero del Lavoro – la contrattazione collettiva che avrà il compito di regolare in concreto la figura dei riders. “Sono molto soddisfatta perché, finalmente, anche questi lavoratori avranno maggiori diritti e tutele”, dice il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo.
“L’obiettivo è spingere le parti ad accordarsi su quella che sarebbe un nuovo format diverso dal co.co.co, una tipologia distinta, ma che allo stesso tempo preserva l’impostazione di lavoro autonomo” spiega il senatore di Italia Viva, Davide Faraone, secondo cui la proposta del precedente governo non avrebbe garantito più tutele ma semplicemente avrebbe fatto scappare le aziende.
“L’emendamento su cui la maggioranza ha trovato l’intesa – ha sottolineato il portavoce del movimento dei rider, Nicolò Montesi –, è insensato e pericoloso, perché obbliga le piattaforme a trovare un accordo coi sindacati tradizionali, ma i rider iscritti ai sindacati si contano sulle dita di una mano e il motivo è semplice: siamo lavoratori autonomi e quello che propongono i sindacati è lontano anni luce da quello che interessa a noi.”