Un’indagine conoscitiva è stata avviata dalla procura di Milano dopo che, durante dei controlli effettuati ad agosto su 30 riders, 3 di questi risultarono clandestini e senza documenti in regola.
Nel corso degli accertamenti si è scoperto che nei confronti dei ciclofattorini in bicicletta che consegnano il cibo a domicilio, oltre alla violazione delle norme antinfortunistiche e di sicurezza stradale, graverebbe anche lo sfruttamento e il caporalato.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti e condotta dalla squadra specializzata di Polizia giudiziaria e della Polizia locale, è volta anche a verificare eventuali violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Verifiche e accertamenti a tutela dei giovani lavoratori che spesso si ritrovano ad essere vittime di quello che ormai è diventato il business delle consegne a domicilio. Da non sottovalutare anche l’aspetto della sicurezza pubblica sulle strade e i profili igienico-sanitari riguardanti i contenitori che utilizzano.