Scegliere un menù fisso, ordinare alla carta (anche presso ristoranti stellati), usufruire di sconti e offerte, con la possibilità di prenotare il proprio tavolo direttamente da app o pc: sono queste alcune delle caratteristiche che RestOpolis, startup fondata da Almir Ambeskovic (CEO) e Antonio Sorrentini (CTO), offre ai propri utenti, differenziandosi dagli altri servizi di prenotazione online di ristoranti.
“L’obiettivo finale è arrivare a due milioni di utenti e raggiungere diverse migliaia di ristoranti – sottolinea Almir – Con i primi mesi del prossimo anno, infatti, andremo a consolidare la nostra presenza in alcune città dove siamo già presenti (ad esempio, a Milano, nella nostra rete abbiamo già 400 ristoranti). L’offerta c’è ed è in continuo sviluppo e noi vogliamo continuare a crescere, senza dimenticare di rafforzarci costantemente.”
L’idea di RestOpolis e lo sviluppo del progetto – “L’idea è nata a inizio 2011 – spiega Almir (35 anni, vice-presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, imprenditore fin dall’età di 20 anni) – Io e Antonio avevamo avuto l’occasione di vedere il business model di OpenTable negli Stati Uniti e in noi era scattata l’idea di replicare un modello simile anche in Italia. Ci siamo messi subito al lavoro e facendo un’analisi del mercato, ci eravamo resi conto che il settore della ristorazione, in Italia, era (ed è) enorme e l’uso delle tecnologie continuava ad aumentare. Il fatto di poter prenotare ristoranti in mobilità si presentava, quindi, come un aspetto molto interessante.
Siamo partiti da Milano, con l’affiliazione di una serie di ristoranti, e in questi due anni ci siamo dedicati allo sviluppo della tecnologia. Oggi abbiamo una decina di partner che utilizzano il nostro servizio (tra cui, Tim, Touring Club, RCS, Il Sole 24 Ore) e abbiamo realizzato più di cento app per Android e iOS per i singoli ristoranti: tutto questo gira attorno al motore di RestOpolis.
Il team è formato da quindici persone, tra venditori e personale che si occupa di diverse aree, dallo sviluppo al business, ma non ci fermeremo qui. Per il prossimo anno, infatti, contiamo di inserire sei-sette persone, tra figure commerciali, IT e addetti marketing (in particolare, email marketing, community management, copywriter).
Cosa significa avviare un’impresa innovativa – “Per me dare vita a un’attività imprenditoriale non rappresenta una novità, ma si tratta della terza volta che affronto questo percorso ed è quasi una malattia, non riesco a smettere – continua Almir – C’è un certo fascino nella realizzazione di un’impresa: partire da zero, riuscire a confermarsi, creare qualcosa di nuovo è bellissimo ed è una grande soddisfazione. Uno degli aspetti più belli è sicuramente quello di riuscire a coinvolgere altre persone e creare posti di lavoro, mentre si osserva la propria creatura crescere e svilupparsi.
Si tratta, ovviamente, di un cammino, di un viaggio, che deve sempre tenere presente il lato economico, legato al business, ma c’è di più nell’avvio di una startup: chi decide di avviare una nuova impresa, infatti, non attraversa mai un periodo facile. Le condizioni, oggi, sono complesse, si deve essere pronti a spendere, senza guadagnare, per diverso tempo. L’imprenditore spera sempre che questo momento duri il meno possibile e guarda al futuro con positività, ma non si possono nascondere le difficoltà.”
Gli ostacoli imprenditoriali – “I problemi sono moltissimi e superano gli aspetti più facili: si può dire che se tenti di fare qualcosa per dieci volte, ci riesci davvero solo una volta – conclude Almir – Abbiamo avuto problematiche di ogni genere e non sono mancate le difficoltà economiche, che a un certo punto ci hanno portato quasi alla decisione di mollare e di chiudere tutto. Ma ne siamo usciti, combattendo e cercando di realizzare sempre qualcosa di nuovo.
Quando crei qualcosa di così innovativo, infatti, non puoi essere sicuro che questo progetto funzionerà ed è fondamentale non abbattersi e cercare di capire come far andare avanti la propria impresa.
‘Funzionerà o non funzionerà?’, ‘Siete sicuri delle potenzialità del progetto?’: di fronte a un potenziale investitore, ad esempio, ci si trova davanti a molti dubbi e domande, soprattutto quando si ha tra le mani qualcosa di davvero nuovo. Ma bisogna essere sicuri, perché se il progetto vale veramente non c’è pericolo che non possa funzionare. Si deve solo capire il modo per far sì che questo accada.”
Per saperne di più: www.restopolis.com