Energia e beni alimentari alle stelle, migliaia di professionisti che percepiscono per il loro lavoro 5 euro lordi l’ora. Queste sono due realtà inconciliabili che rischiano di spazzare via una parte fondamentale del sistema produttivo. Intanto in commissione giustizia al Senato è in discussione il disegno di legge a firma Meloni in materia di equo compenso che rischia di aggravare ulteriormente la situazione.
Per una famiglia tipo la spesa prevista per il 2022 sarà di 3 mila euro, con un incremento del 100%, tutto ciò calcolando SOLO le bollette, se aggiungiamo che la benzina ha segnato un +13,3%, mentre il gasolio è aumentato del +15,2%, senza contare i rincari sugli altri beni, viene da chiedersi chi rimarrà in piedi dopo questa crisi.
“Sono anni che ci battiamo affinchè i professionisti ricevano un equo compenso per il proprio lavoro- dichiara la presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci– adesso però parliamo di una vera e propria emergenza. L’inflazione e il caro bollette mettono ulteriormente in ginocchio un mercato professionale già viziato da uno squilibrio di potere contrattuale tra professionista e cliente, oggi l’equo compenso è più importante che mai”.
Nonostante l’equo compenso in Italia sia già legge, non ha mai trovato la piena attuazione, questa mancanza va a discapito della parte debole della relazione professionale, ovvero il professionista.
Il disegno di legge in materia di equo compenso a firma Meloni mira proprio a riequilibrare il rapporto di forza, purtroppo però il testo presenta molte criticità, in particolare:
- L’impostazione vessatoria nei confronti del professionista, che invece di essere tutelato rischia sanzioni per non aver rispettato la norma.
- L’applicazione delle tutele è prevista solo “ex post”, ovvero in un momento successivo alla contrattazione. Se la norma nasce per sanare uno squilibrio di potere contrattuale, non riuscirà certo a farlo con queste modalità, che andranno invece a discapito della parte più debole della relazione professionale.
- La norma è stata pensata inizialmente solo per gli avvocati, ciò ha comportato la presenza di riferimenti e termini che rischiano di creare confusione e vuoti normativi.
Il Coordinamento ha depositato le proprie proposte di modifica alla commissione, sperando in un intervento rapido e risolutivo che tenga conto della realtà del mercato professionale e delle difficoltà aggravate dalla crisi attuale.