La crisi, soprattutto dei consumi, ha colpito duro il nostro Paese quest’anno. Ma c’è una parte del sistema produttivo che, malgrado tutto, sta reggendo e che quest’anno assumerà personale. Si tratta di una quota, pari al 13,2%, di tutte le imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti.
Ammontano a 750mila le entrate complessive di personale che il settore privato intende acquisire nell’arco di quest’anno. E’ quanto evidenziano i dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, che monitora le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi. Le interviste alle oltre 94mila imprese oggetto dell’indagine sono state effettuate tra il 28 gennaio e il 23 maggio di quest’anno.
Saldo negativo – Le difficoltà del mercato interno, tuttavia, determinano un calo dei contratti complessivamente attivati (112mila in meno di quelli preventivati nel 2012) e, quindi, un protrarsi della caduta dell’occupazione (ammonta a -250mila il saldo tra le 750mila entrate complessive previste e il quasi milione di uscite programmate dalle imprese).
Questa dinamica tenderà a colpire prevalentemente tutti quegli ambiti – territoriali, di dimensione d’impresa, settoriali – più strettamente dipendenti dal mercato interno: il Mezzogiorno (da cui è atteso il 35% del saldo negativo complessivo), le imprese con meno di 10 dipendenti (che prevedono di ridurre la propria forza lavoro di 142.600 unità), le costruzioni (-59mila il saldo), il commercio al dettaglio (-24.500), il comparto turistico (-25.600).
Chi assume – Quanto alla propensione ad assumere, si amplifica per le imprese orientate all’export e all’innovazione. Non solo. La necessità di mantenere alto o di accrescere il profilo competitivo indurrà le imprese a investire ulteriormente nella qualità delle risorse umane, assumendo, in quota relativa rispetto al totale, più laureati e diplomati e ricercando un maggior numero di profili professionali tecnici e operai specializzati.
La ‘qualificazione’ si accompagnerà, nei programmi delle imprese, anche a un orientamento leggermente più diffuso verso la stabilizzazione delle figure che verranno integrate in azienda: rispetto al 2012, i contratti di lavoro a tempo indeterminato ‘guadagneranno’, infatti, nel 2013 un punto percentuale, andando a rappresentare oltre un quinto delle entrate totali.
Le professioni difficili da trovare – Malgrado la maggior offerta di personale che si registrerà quest’anno, per alcuni profili le imprese prevedono di avere più di qualche difficoltà a reperire la figura professionale adeguata. Tra quelle che risultano in crescita rispetto al 2012 e che hanno una difficoltà di reperimento elevata si incontrano, per quanto riguarda i profili elevati, i tecnici informatici, telematici e delle Tlc (6.400 le assunzioni previste), i tecnici in campo ingegneristico (5.300 assunzioni), e i tecnici della vendita e del marketing (11.200 totali). E’ quanto emerge dai dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, che monitora le previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi.
Tra le professioni qualificate del commercio e tra quelle operaie, spiccano (per aumento rispetto all’anno scorso ed elevata difficoltà di reperimento) le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (4.980 assunzioni) e i meccanici, montatori e riparatori di apparecchi industriali (7.600 assunzioni previste).
Il rallentamento della domanda di lavoro delle imprese, quindi, dice Unioncamere, influisce anche sulle difficoltà avvertite nel procedere a nuove assunzioni: il disallineamento fra domanda e offerta riguarda, per il 2013, 47mila entrate, pari al 12,8% delle 367.500 assunzioni non stagionali complessivamente programmate (erano il 16,1% un anno fa). In media, la ricerca di personale quest’anno dovrebbe durare 3,8 mesi, contro i 4,2 del 2012. (Da LabItalia)