Con riferimento ad alcune affermazioni, riportate dalle agenzie di stampa, secondo le quali il Jobs Act avrebbe autorizzato l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori, si precisa che queste affermazioni non rispondono alla verità dei fatti.
Il Jobs Act ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei Lavoratori – risalente al 1970 – alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque “liberalizzato” i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di “strumenti di controllo a distanza” e i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni. Inoltre, la disposizione ha previsto che, in ogni caso, questi strumenti possano essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro o del Ministero.
Di più: la norma in questione rafforza e tutela ancor meglio rispetto al passato la posizione del lavoratore, imponendo che al lavoratore venga data comunque adeguata informazione circa l’esistenza e le modalità d’uso di strumenti di lavoro che possano consentire un controllo a distanza.
Il 2 febbraio scorso, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Paola De Micheli, hanno incontrato una delegazione di Amazon guidata dal Vice President European Operations, Roy Perticucci. L’incontro, che si è svolto in un clima costruttivo, ha consentito di comprendere meglio le dinamiche, le relazioni interne all’azienda e le specificità dei modelli organizzativi, rendendo così più chiare le posizioni di tutte le parti coinvolte. Al termine dell’incontro, Amazon ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali a livello territoriale. Il Governo, anche attraverso il Prefetto di Piacenza, continuerà a lavorare per supportare questo dialogo.
Comunicato stampa Ministero del lavoro.