Ci sono persone che per scelta decidono di occuparsi di un solo aspetto dei videogiochi, come per esempio del suono, ovvero di musiche, suoni, voice over, audio design, integrazione e chi più ne ha più ne metta. Insomma se la figura dell’audio designer sembrerebbe all’apparenza una professione nuova, in realtà soprattutto all’estero stanno emergendo sempre più profili professionali ben distinti e tutti molto richiesti dalle aziende.
A Milano abbiamo incontrato Davide Pensato, audio designer, docente e imprenditore, grazie alla sua azienda dpstudios, da lui fondata sette anni fa. A lui abbiamo chiesto di raccontarci il mondo della formazione, quello del lavoro, e soprattutto qualche consiglio per i tanti musicisti appassionati di videogame.
La formazione – “Mi sono laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Milano – racconta Davide -. Parallelamente avevo la passione per la musica e per tutto ciò che era ricerca audio e sonorizzazione. Come tesi ho progettato un sistema di cattura video e conversione del segnale in comandi Midi per dispositivi audio e, subito dopo, sono andato a proporre la mia candidatura al Lim (il Laboratorio di Informatica Musicale del Dipartimento di Informatica e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano, gestito dal prof. Haus, ndr). Qui il professore mi ha indirizzato alla Ubisoft, che aveva da poco aperto uno studio di sviluppo a Milano e cercava un audio designer”.
Così è nata la società – Dopo nove anni di lavoro come dipendente nella casa di videogiochi francese, Davide ha deciso di creare una propria realtà indipendente che si occupasse esclusivamente di Game Audio. Così è nata dpstudios.
“La dpstudios – mi spiega l’audio designer – è gestita da me ed è volutamente una piccola realtà con attorno un gruppo di professionisti, ma senza dipendenti. Non è tanto la mia azienda a essere bella, ma la possibilità di lavorare in un settore che è stimolante e sempre in divenire. La crisi negli ultimi due anni ha sicuramente ridotto il lavoro, ma dpstudios è sopravvissuta: di concorrenza ce n’è tanta sia da parte di studi professionali sia semi-amatoriali, che si propongono a costi bassissimi. Come in tutti i settori penso che la professionalità e l’esperienza restino comunque un valore e lo conferma il 2013, un anno in cui molti clienti si stanno facendo risentire con nuovi progetti”.
Il lavoro – “Il mio lavoro coniuga una buona dose di tecnica con la passione per la musica, io per esempio ho studiato per due anni chitarra e per tre anni canto e ho anche seguito diversi workshop con musicisti del calibro di Mauro Pagani e Franco Mussida”.
Un lavoro emozionante, innovativo ed esigente, secondo Davide che ogni giorno si trova a dover gestire progetti con scadenze inamovibili e ravvicinate: “Ancora più difficile è far capire al cliente che l’audio design è fondamentale e spesso fa la differenza tra una resa audio professionale e una che sembra amatoriale. È molto diffusa l’idea che avere un buon gusto musicale o saper suonare uno strumento sia elemento sufficiente per potersi occupare dell’audio del progetto senza affidarsi a un professionista, ma non è così”.
Le più grandi soddisfazioni e sogni per il futuro – Tante le soddisfazioni degli ultimi anni, da quelle in Ubisoft a quelle con la sua nuova azienda: “In Ubisoft – ricorda – su GameBoy Color dal nulla abbiamo creato motore audio e i suoni fatti con sintesi sonora”. Ma ancora più significativa per Davide è la possibilità che gli ha dato l’unviersità di Verona d’insegnare: “Sono docente al corso di Sound Programming del Master di Verona, dove racconto quello che succede nella produzione audio per videogiochi sia dal punto di vista creativo sia da quello tecnico. Usando un’espressione inglese questo è un modo per proseguire la mia attività di ‘Game Audio Evangelist’, ovvero di un appassionato che da sempre cerca di spiegare l’importanza dell’audio nei videogiochi”.
Il suo più grande sogno, infatti, non è tanto legato alla sua società, quanto al mercato italiano: “Dal 2011 dpstudios è membro fondatore di AESVI4DEV, un programma di Aesvi, l’associazione editori sviluppatori videogiochi italiani. Ho scelto di non emigrare e di provare a lavorare qui, in un Paese in cui semba che finalmente qualcosa si stia mettendo in movimento e mi piacerebbe veder nascere molte più realtà sulla scena italiana, con società strutturate e una produzione allo stesso livello di paesi come Inghilterra e Francia, per citarne due vicini a noi”.
Qualche consiglio – “A chi volesse provare a ‘lanciarsi’ in questo campo – dice Davide – consiglio d’informarsi sulle diverse professionalità coinvolte nel game audio e decidere se si vuole diventare audio programmer, audio director o ancora sound designer. Sono ruoli differenti e soprattutto all’inizio cambiano il percorso professionale. A un musicista, per esempio, suggerirei d’iniziare a collaborare a qualche piccolo progetto indipendente, per farsi un po’ di curriculum e rendersi conto che creare musica per videogame è un processo diverso dal creare musica per film o pubblicità. Un audio programmer può, invece, cercare di entrare in qualche team anche come programmatore non audio e poi proporsi per gestire quella parte, facendo esperienza”.
Per saperne di più – www.mastergamedev.it – www.dpstudios.it – www.aesvi.it
Passione per la musica e per i videogiochi? Ecco la professione di audio designer
La storia di Davide e della sua società dpstudios.
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