“Il passaggio generazionale è il momento più delicato nella vita delle aziende familiari, in cui è fondamentale valorizzare la tradizione e l’esperienza per continuare a competere, ma anche aprirsi a tutte le nuove opportunità offerte dalla spinta innovativa del digitale. In questo le nuove generazioni possono aiutare e facilitare questo cambiamento”. Lo ha detto il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta Giancarlo Giachino in occasione del convegno “Generazioni a confronto: le chiavi del successo” organizzato da Confindustria Valle d’Aosta e Adava con il patrocinio di BCC Valdostana e AIDP Piemonte e Valle d’Aosta.
Giulia Mona, Presidente del Gruppo Giovani Albergatori ADAVA, ha voluto da subito manifestare il suo coinvolgimento personale “sono diventata mamma da poco e anche se ho sempre vissuto la sfida del passaggio generazionale in qualità di “nuova generazione”, ora ho iniziato a riflettere con prospettive differenti. Ritengo che il tema sia vicino e attuale per gran parte dei miei colleghi, viviamo in una regione piccola con strutture a gestione familiare pertanto, la questione del passaggio di testimone, ci riguarda tutti molto da vicino”.
Dalle due tavole rotonde, moderate da Samantha Marcelli, sono emersi tanti spunti e storie interessanti, testimonianze di chi ha già vissuto il passaggio, chi lo sta vivendo e chi si accinge ad affrontarlo. “Credo che le parole chiave siano: fiducia, quella che mi hanno dato i genitori, sempre nonostante la paura, noi – racconta Alessandro Cavaliere – in cambio abbiamo dato continuità e questo ad un livello vero e sincero. Occorre poi avere fede sulla positività dell’esito di un sogno condiviso”.
Manuele Frutaz, anch’esso coinvolto in prima persona in un processo di passaggio di consegne, ha evidenziato l’importanza di fare chiarezza sull’organizzazione “il riconoscerci i ruoli ci permette di prenderci ognuno il posto giusto, rispettando sempre l’altro. La cosa peggiore sarebbe invece essere presuntuosi. Servono umiltà e rispetto”. Due concetti fondamentali ribaditi anche da Davide Dell’Innocenti che, in più, pone l’accento anche sul confronto, non sempre facile, ma sicuramente costruttivo.
Laura Roullet ha raccontato l’esperienza vissuta nella sua famiglia “Il passaggio non è stato un momento “di ti dò le chiavi, fai tu”, ma è stato un processo in cui siamo cresciuti insieme, ognuno con le proprie caratteristiche. Mio padre Piero come faro che ci da la visione, mia madre Paola all’amministrazione ed io all’accoglienza. Mia sorella ha scelto di non lavorarci e la scelta di non esserci va rispettata. Fare questo lavoro per obbligo sarebbe un incubo”.
Fa eco Matteo Zanetti che ha ricordato la sua scelta, a soli 18 anni, di portare avanti l’attività di famiglia “quello che conta è partire per tempo, perché la fiducia si costruisce lavorando insieme”. Lungimiranza è stata anche la parola chiave rilanciata da Francesco Turcato.
I consigli sono poi arrivati da coloro che il passaggio generazionale lo stanno vivendo, ma dalla parte opposta della barricata: “Forse a volte ai giovani sembra di perdere buone occasioni, ma in realtà ci si salva da danni più grandi – sostiene Alfredo Lingeri – Lo scambio è sempre la chiave di tutto. Il passato serve, così come l’energia nuova con l’energia si va avanti, ma dal passato si impara come non farsi male, anche se oggi pare che non ci sia sempre tempo per pensare”.
“Le abilità di un imprenditore – conclude Piero Roullet – non stanno tanto nel costruire e far crescere un’azienda, ma nel farla sopravvivere a sé stessi. Sono infatti da sempre convinto del ruolo determinante giocato dall’azienda non solo per l’imprenditore e per la sua famiglia, ma per l’intera comunità in cui è insediata”.