Navigando in rete, ci si può imbattere in un blog, LaureatiArtigiani, interamente dedicato a chi, dopo la laurea, decide di dedicarsi all’artigianato. Storie di chi sceglie l’arte della manualità per passione, di chi prende in mano l’attività di famiglia e di chi cerca un’alternativa alla crisi.
Ingegnarsi in tempi di crisi, dunque, reinventarsi con una laurea in Economia aziendale alle spalle ed un buon impiego nell’area marketing di un’azienda. È la storia di Matteo Zini e della sua scelta di mettersi in gioco, partendo da zero. Un azzardo, una sfida che ha portato questo giovane ventottenne di Bologna a diventare piccolo imprenditore, aprendo una gelateria artigianale in Via San Donato: “La Macelleria”. Nome curioso, certo, ma non casuale, per ricordare là dove prima sorgeva una macelleria storica della città emiliana, ormai in disuso da anni.
Cosa lo abbia spinto a buttarsi a capofitto in questa nuova avventura, è lo stesso Matteo a spiegarlo, “Ero semplicemente insoddisfatto. Insoddisfatto della situazione in Italia, insoddisfatto di alcuni meccanismi che scopri una volta entrato a lavorare in azienda. Ci sono delle dinamiche che non mi piacciono”.
Ecco allora che il gelato diventa l’alternativa perfetta, la possibilità di avere un lavoro che dia stimoli ed un’attività in proprio, “Mi sono dedicato al mondo del gelato poco più di un anno fa – racconta – L’interesse è nato parlando con un amico che già operava nel settore. Siccome entrambi abbiamo studiato economia e stavamo valutando la situazione in Italia, il gelato è risultato un settore non in crisi. Non lo era due anni fa e non lo è oggi, anzi è un mercato in forte espansione, specie all’estero”.
“Ho fatto il primo corso in un’azienda che, lavorando con prodotti semi-finiti, ovviamente ti forma e ti guida secondo questo schema. Il mondo della gelateria si divide, infatti, in due: c’è chi si affida alla grandi aziende che forniscono i semi-lavorati e chi decide di dedicarsi al gelato artigianale – spiega Matteo – L’80-85% dei gelatieri ha un livello di preparazione sul prodotto non particolarmente alta, proprio perché, con l’utilizzo dei semi-lavorati, risulta tutto molto più semplice e veloce. Ma il gelato ha mille sfaccettature; ci sono diversi fattori da prendere in considerazione. Purtroppo, però, solo una percentuale molto bassa si dedica ad uno studio approfondito del prodotto poiché questo livello di conoscenza non ha un ritorno immediato – continua – Il corso successivo è stato in Cattabriga, un’azienda che produce macchine ad alto livello per il gelato. Il corso era tenuto da un mastro gelatiere, Giacomo Schiavon, proprietario di una delle migliori gelaterie di Bologna, che lavora secondo il principio del “faccio tutto io”. Conosce ogni singolo elemento del gelato, inventa le ricette, insomma è un innovatore, un talento del settore; io e il mio socio siamo cresciuti secondo questa impronta”.
Ma, oltre alla qualità del prodotto, cosa distingue “La Macelleria” dalle altre gelaterie? È l’idea originale di riqualificare un locale da destinare ad una nuova attività. Stessa insegna luminosa e stessi ganci in ghisa sul soffitto, niente gusti, ma “tagli”; accanto a quelli classici, gli speciali, come costata o filetto, e la proposta di un taglio diverso alla settimana. Ma non solo. Le iniziative non mancano, come quella della rassegna letteraria accompagnata, ovviamente, dalla degustazione del gelato.
L’ultimo step di questo progetto si chiama Australia. “Il 5 novembre partiamo. Andremo ad aprire là la nostra gelateria, perché quella è la meta finale. Potevamo partire subito dopo il primo corso Fabbri, supportati da queste grandi aziende, ma abbiamo preferito darci un altro tipo di impronta e concederci del tempo per capire quali fossero le nostre capacità, se eravamo in grado di fornire un prodotto di qualità da esportare all’Estero – asserisce – In realtà, l’Australia non è solo un business, ma è anche una scelta di vita. Ho vissuto là un anno subito dopo la laurea e l’ho valutato un posto in cui la qualità di vita è superiore. In Italia fai fatica a lavorare. A livello di tasse e di burocrazia, la situazione non ti incentiva ad intraprendere un’attività”.
Partenza imminente quindi, si vola verso una nuova destinazione. “Abbiamo deciso di portarci dietro il marchio “La Macelleria” perché ci piace l’idea di rimanere legati alla nostra storia e al nostro percorso. Adesso, infatti, stiamo facendo una campagna social tramite Facebook, Twitter ed Instagram: #lamacelleriagoestoaustralia. Ci vogliamo presentare con una nostra storia alle spalle, con un’attività che avevamo già avviato in Italia”.
E a chi gli chiede “Allora cos’hai studiato a fare?”, Matteo risponde: “Sia il percorso accademico che quello lavorativo sono un valore aggiunto, un punto di partenza per gestire meglio la nostra attività. Io e il mio socio siamo entrambi laureati in economia e abbiamo lavorato per più di tre anni in azienda, lui nel settore della consulenza, io nell’area marketing. Partendo da qui, una divisione della nostra azienda la vogliamo dedicare al supporto e alla consulenza per le nuove gelaterie che intendono aprire. Lo stesso vale per me a livello di marketing e comunicazione”.
1 commento
Spero che, almeno in australia, si ricordi di mostrare la bandiera italiana per il verso giusto: Verde, Bianco, Rosso!