(Labitalia) – La crescente domanda di manodopera nel settore sanitario è confermata dall’ultimo osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti (Evm) appena pubblicato dalla Commissione europea. Nell’Ue l’occupazione nel settore sanitario è cresciuta di quasi il 2% all’anno tra il 2008 e il 2012. Ciò è il risultato degli effetti combinati dell’invecchiamento della popolazione, dei progressi compiuti nel campo delle tecnologie e delle terapie, della diffusa aspettativa di servizi di qualità superiore e di un maggiore rilievo dato alle cure preventive. Nel 2012 quasi un milione di persone è stato assunto nel settore sanitario.
L’osservatorio segnala però una contrazione della domanda dappertutto sul mercato del lavoro dell’Ue che si traduce in un 6% in meno di posti vacanti nel quarto trimestre del 2012 rispetto al quarto trimestre del 2011. Nel quarto trimestre del 2012 il numero degli assunti è calato nella maggior parte dei principali gruppi occupazionali e quello relativo agli “operatori sanitari” è sceso per la prima volta dal secondo trimestre del 2010 (calo del 5%).
Le professioni che registrano la maggiore crescita di assunzioni, dopo quella dei servizi alla persona nell’ambito dell’assistenza sanitaria, sono risultate quella di sviluppatore di applicazioni software e analista, segretario amministrativo e specializzato, supervisore di miniera, di produzione e di costruzione e insegnante elementare e per la prima infanzia.
“L’Osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti – commenta László Andor, commissario responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione- consente alle persone in cerca di lavoro di identificare i settori che offrono le migliori prospettive occupazionali. Esso aiuta anche le autorità pubbliche a investire nella formazione di persone che abbiano le giuste competenze al fine di evitare carenze di manodopera. L’ultima relazione conferma che il settore sanitario è uno dei settori con le maggiori potenzialità di creazione di posti di lavoro in Europa ed è quindi quello in cui è urgente assicurare investimenti nella formazione”.