Il 41% degli italiani tra i 16 e i 64 anni è un gamer, ovvero un appassionato di videogiochi. Negli ultimi anni, però, in Italia è cresciuto anche il numero dei creatori e degli sviluppatori italiani: insomma, non solo appassionati, ma anche addetti del settore. Thalita Malagò, segretario generale di Aesvi, l’associazione di categoria, ci racconta da vicino questo mondo.
“Il mercato dei videogiochi – dice – è un settore in forte espansione e negli ultimi anni l’offerta di lavoro è cresciuta molto in tutti gli anelli della catena. A partire dai primi anni duemila i più importanti editori internazionali hanno aperto delle filiali locali nel nostro paese, creando opportunità di impiego in vari campi, dal marketing alla localizzazione, dall’amministrazione e finanza alle vendite. Sempre di recente, poi, si sono inoltre affermate una serie di realtà di rilievo a livello nazionale nel campo dello sviluppo e della produzione, con conseguente creazione di nuovi sbocchi professionali anche in questo ambito”.
La missione americana – Nell’ultima settimana di marzo, dal 25 al 27 marzo, dieci studi di sviluppo italiani avranno la possibilità di presentare i propri progetti agli oltre 1.200 rappresentanti di quattrocento aziende che operano nel settore videoludico provenienti da oltre cinquanta paesi nel mondo, che si daranno appuntamento alla Game Connection America 2013, la fiera B2B di riferimento per i game developer che si tiene San Francisco. “Per la prima volta – spiega Malagò – tutte le realtà italiane di videogiochi si presenteranno riuniti sotto il brand ‘Games in Italy’ e avranno la possibilità di entrare in contatto con potenziali editori, clienti e fornitori, stringendo accordi di business strategici per lo sviluppo e la crescita delle proprie aziende”.
Il Primo censimento dei Game Developer italiani, commissionato da AESVI al Centro ASK dell’Università Bocconi ha registrato dei dati sorprendenti: “Il nostro settore oggi registra un valore tra i 57 e i 65 miliardi di euro nel mondo, con un tasso medio annuo di crescita dell’11,4% tra il 2006 e il 2011 e che si stima possa registrare una crescita annua del 6,4% nel triennio 2012‐2015. In Italia l’industria dei videogiochi è una delle poche in crescita”.
La formazione – La maggiore difficoltà del settore riguarda, però, il reperimento di risorse nel campo dello sviluppo e della produzione di videogiochi, dove sono necessarie competenze altamente specializzate, e per le quali stanno iniziando a nascere solo ora nel nostro Paese percorsi formativi adeguati. “Negli ultimi anni – racconta il segretario generale Aesvi – numerosi atenei italiani hanno iniziato a sperimentare corsi e master dedicati al digital entertainment, ma c’è sicuramente ancora molto lavoro da fare in questo ambito, soprattutto se ci confrontiamo con l’esperienza di altri paesi”.
Esistono già delle realtà che stanno realizzando con successo dei validi percorsi formativi. Per citarne alcune: il Master Universitario in Computer Game Development, dell’università di Verona, il Corso in Videogame Design & Programming al Politecnico di Milano e anche Corso di Online Game Design all’Università di Milano.
Le professioni – Possiamo suddividere i profili professionali più richiesti in tre macro categorie: area sviluppo e produzione, area marketing e vendite. C’è il Game Producer, che gestisce e coordina il processo di sviluppo di un videogioco e coordina il team di lavoro, una figura manageriale. C’è poi il Game Designer che si occupa dello sviluppo del gameplay, delle regole e della struttura del videogioco e il Game Programmer, che si occupa dello sviluppo del codice necessario per il funzionamento. Non manca poi chi si occupa dello sviluppo della parte artistica (Game Artist) o audiovisiva del videogioco (Audio Designer).
Se si è invece interessati all’area della promozione e della vendita, entrano in gioco figure come il Marketing Manager, il PR Manager e ancora i Product, Brand e Account Manager.
“Oltre il 30% degli imprenditori del settore – spiega Malagò – ha meno di 30 anni, ma allo stato attuale in Italia il 90% delle aziende si finanzia autonomamente. Per questo speriamo che il settore possa presto godere di politiche adeguate e crescere grazie all’aiuto di istituzioni pubbliche, fundraising e venture capital”.
Per saperne di più – www.aesvi.it
Missione americana per i Game developer italiani
Dal 25 al 27 marzo a San Francisco, 10 studi di sviluppatori del nostro Paese si presentano al mondo. Breve focus sulle professioni del videogioco.
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