Nella giornata odierna, a seguito della pubblicazione da parte dell’Istat dei dati consuntivi sull’inflazione registrata nel 2022, Federmeccanica, Assistal e Fim, Fiom e Uilm hanno definito l’entità dell’aumento per la terza tranche contrattuale che viene erogata a giugno 2023 a 1,5 milioni di lavoratori metalmeccanici. Lo comunica in una nota la Fim Cisl.
La “clausola di salvaguardia”, conquistata nel febbraio di 2 anni fa con la sottoscrizione del CCNL, nel caso in cui l’inflazione registrata a consuntivo sia superiore a quella stabilita in sede di sottoscrizione del Contratto, consente di ottenere aumenti superiori ai 27 euro pattuiti al momento della stipula. Pertanto, a giugno, sulla base dell’indice Ipca per l’anno 2022 depurato dall’inflazione dei beni energetici importati, come pubblicato oggi dall’Istat, i metalmeccanici godranno di un incremento sui minimi pari a 123,40 Euro medi mensili, pari a 6,6 punti percentuali (96,4 euro in più di quanto previsto).
“Si tratta di una soluzione positiva, unica nel panorama contrattuale del nostro Paese, originale e frutto di un contratto innovativo e maturo” – dichiara Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl – “determinare gli aumenti salariali durante e non solo a fine contratto è una scelta pragmatica e molto utile. Con questa formula, mettiamo nelle buste paga dei metalmeccanici un robusto sostegno economico, recuperando subito il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, senza dover aspettare la scadenza del contratto fra un anno.
Certo – continua il sindacalista – questo importante risultato lascia aperta una verifica complessiva sulla difesa dell’intero potere di acquisto delle buste paga, che andrà verificata a fine contratto. L’Ipca depurata dall’inflazione dei beni energetici importati è un parametro che nel medio-lungo periodo ha sempre retto, ma oggi sconta un forte scostamento al ribasso dovuto alla grande crescita dei prezzi di gas ed elettricità dello scorso anno. Inoltre data l’attuale situazione inflattiva e la necessità di un recupero reale della perdita causata dall’inflazione, chiederemo alle singole aziende di non procedere all’assorbimento dei superminimi per la quota degli aumenti contrattuali.
Imposteremo la prossima piattaforma contrattuale con due obiettivi salariali: riaffermare la piena difesa del potere di acquisto tipica del ruolo dei CCNL e riacquisire quell’incremento dei salari reali legato al valore del lavoro e alla riforma dell’inquadramento che avevamo pattuito che il rialzo dell’inflazione ha bruciato.”