Roma, 29 Maggio 2019 – Sotto accusa il bando sulla ristorazione scolastica del Comune di Roma, voluto dalla Giunta Raggi che data 2017, secondo una denuncia dei sindacati, basato sostanzialmente su una logica di gara al massimo ribasso con conseguenze pesanti in termini occupazionali e sulla qualità del servizio offerti negli asili e nelle scuole. “Quando ci sono di mezzo i bambini – si legge in un documento della Fisascat Cisl – non si può tener conto esclusivamente del prezzo al massimo ribasso”. Nelle offerte presentate dalle aziende partecipanti alla gara ci sono quotazioni economiche di 4 euro come costo totale che pagherebbe l’amministrazione capitolina per un singolo pasto (comprensivo di pasto, costo del lavoro, materie prime, attrezzature, sicurezza del lavoratori, trasporti, ecc.).
La vicenda. Nel 2017 la Giunta Raggi ha emesso un nuovo bando per l’aggiudicazione delle forniture della ristorazione scolastica, che prevede anche i nidi, che le organizzazioni sindacali hanno fortemente osteggiato. Il bando, che ha validità triennale, ossia dal 2017 al 2020, è stato aggiudicato solo in questi giorni, ossia dopo due anni dalla sua emissione. Se tutto va bene, quindi, dovrebbe essere operativo a settembre-ottobre di quest’anno e avrebbe validità per soli 9 mesi circa, ossia fino alla scadenza naturale nel 2020. Dal 2017 ad oggi c’è stata una proroga del vecchio bando (2014-2017) con regole più gradite ai sindacati. Se tutto procede liscio, quindi, il bando tanto osteggiato sarà operativo per pochi mesi. Ma i sindacati vedono come fumo negli occhi il bando in questione è chiedono il suo annullamento.
Le principali preoccupazioni dei sindacati. La qualità dei pasti offerta nelle strutture scolastiche e la tutela della qualità dei pasti dei bambini è fortemente a rischio. “I timori sul piano occupazionale sono molti – spiega Stefano Diociaiuti, Segretario Generale Fisascat Cisl Roma Capitale Rieti e Lazio -. C’è il rischio di perdere centinaia di posti di lavoro a seguito di un nuovo contratto d’appalto che non sarebbe conforme con quanto previsto dalla cosiddetta clausola di salvaguardia, ossia il diritto in caso di cambio di appalto di essere assunto dalla ditta subentrante”. A seguito, poi, di un meccanismo introdotto nel bando che prevede un rapporto tra addetti al servizio ristorazione per numero di bambini più elevato, ossia 1 addetto per 60 bambini, il rapporto attuale è di un 1 addetto per 50 fruitori si prefigura – secondo la Fisascat Cisl di Roma – una vera minaccia per l’occupazione e sull’aumento dei carichi di lavoro.
Lesione il diritto allo sciopero. Il bando della discordia, secondo quanto riportato, ostacolerebbe il diritto allo sciopero avendo inserito il comparto della ristorazione scolastica nei servizi pubblici essenziali (come gli ospedali per fare un esempio). Per il 30 maggio, tuttavia, le sigle sindacali hanno proclamato una giornata di sciopero autorizzata dalla Commissione Garanzia.
L’incontro al MI.SE. A seguito di un presidio con circa 250 lavoratori tra cuochi, aiuto cuoco, addetti ai servizi di mensa, che si è tenuto il 28 maggio sotto la sede del MISE, una delegazione della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs è stata ricevuta alla presenza del Dottor De Camillis, Dott D’Andrea Fabia e dott.ssa Tommasi Antonella. È stato dimostrato interesse da parte del Mise e la promessa di rappresentare quanto evidenziato al Comune di Roma commenta Cristina Silvestri (Fisascat Cisl Roma) – . Auspichiamo in risposte concrete da parte delle Istituzioni altrimenti continueremo con la nostra mobilitazione finché la nostra voce non verrà ascoltata”.
Ovviamente siamo pronti ad ospitare sul giornale l’eventuale replica del Comune di Roma in merito alle argomentazioni qui sollevate dai sindacati di categoria.