Mancanza di crescita e alto tasso di disoccupazione: naturale che in un tale scenario si registri un calo delle cosiddette “assunzioni difficili” previste nel 2014. Anche in questo 2014 così pesante per il mercato del lavoro, però, le imprese delle industrie e dei servizi segnalano qualche difficoltà nell’individuare i candidati giusti per alcuni profili cercati: più precisamente per 61mila dei 613mila inserimenti in organico preventivati (erano 63.150 nel 2013). Il dato corrisponde al 10% delle assunzioni complessive (stagionali e non) previste nell’anno (1,2 punti percentuali in meno rispetto al 2013 e circa un terzo di quanto rilevato negli anni pre-crisi). Una tendenza che si ripropone anche quest’anno nonostante il recupero sul fronte delle assunzioni (stagionali e non stagionali previste nel 2013 erano 50mila in meno rispetto al 2014). È quanto emerge dalla “mappa del lavoro” disegnata dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, e presentata in anteprima a JOB&ORIENTA, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, apertosi oggi alla fiera di Verona, che partendo dai dati relativi alle previsioni di assunzioni delle aziende ci dice quali sono le figure professionali ricercate e quali, dunque, i titoli di studio più spendibili.
La persistenza del disallineamento, seppur contenuto (le “assunzioni difficili” non sono mai state così poche), tra domanda e offerta di lavoro segnala, secondo Unioncamere, due colli di bottiglia che è importante eliminare: il primo posizionato fra il sistema dell’orientamento e i giovani e le loro famiglie, che evidenzia nettamente la necessità di una maggiore efficacia di comunicazione tra i due; l’altro è invece localizzato a livello della formazione scolastica, che va sempre più sostenuta nell’impegno a sviluppare competenze rispondenti alle esigenze del sistema produttivo, in particolare potenziando i percorsi di alternanza scuola-lavoro che ai giovani consentono di far fare una prima esperienza lavorativa.
Andando per ordine, il nodo dell’orientamento spiegherebbe come mai in alcune aree del Paese esistano ancora poche persone in possesso dei titoli di studio richiesti dalle aziende, in particolare guardando alle lauree: sono gli indirizzi di ingegneria che mantengono il primo posto nella classifica dei più difficili da reperire, in primis Ingegneria dell’informazione (5.940 assunzioni stagionali e non stagionali complessive previste, di cui 1.310 di difficile reperimento), a seguire Ingegneria elettrica (640 assunzioni di cui 130 complesse) ed elettronica (1.800 assunzioni, 250 difficili).
Una laurea in Ingegneria informatica, ad esempio, può offrire maggiori possibilità di sbocco occupazionale soprattutto per chi intende lavorare in Lombardia, regione in cui la ricerca presenta tuttora particolari criticità. Le aziende in tutto il Paese faticano, infatti, a trovare esperti di software (530 quelli totali, il 40% di difficile reperimento), analisti programmatori: dei 930 gli richiesti nel 2014, 300 (il 32%) risultano di difficile reperimento. Molto richieste altre due professionalità, legate alle nuove tecnologie e aperte a ingegneri informatici, rispettivamente i programmatori informatici (3.300 le assunzioni complessive previste, di cui 650 non semplici) e i progettisti di software (di 940 assunzioni 150 risultano difficili). Sul versante degli indirizzi di diploma, invece, pochi quelli che nel 2014 presentano una significativa difficoltà di reperimento per carenza di offerta, fra questi i tecnici commerciali con indirizzo programmatori (specie in Lombardia).
L’altra faccia del mismatch, come detto, evidenzia che le competenze formate dalla scuola e le necessità del tessuto produttivo non combaciano. E questo significa che l’alternanza scuola-lavoro deve diventare maggiormente diffusa.
Guardando alle lauree l’insufficiente acquisizione delle competenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro è confermata dalle imprese che cercano ingegneri meccanici cui affidare attività di progettazione (3.520 i contratti che le imprese intendono attivare quest’anno, 490 quelli con difficoltà di reperimento) e i laureati in Ingegneria delle telecomunicazioni da inquadrare come progettisti elettrici (660 le assunzioni totali, 110 quelle con difficoltà). Nella stessa direzione sembra puntare il gap di formazione/esperienza se analizzato dall’angolazione delle professioni dei laureati: difficili da trovare la stragrande maggioranza dei 130 responsabili di iniziative promozionali (con una laurea in Scienze della comunicazione) ricercati soprattutto in Piemonte, e 180 dei 280 cantanti lirici (dottori in Musicologia e spettacolo) per i quali è il Veneto a presentare la maggiore difficoltà in fase di ricerca.
Guardando ai diplomi, è proprio la mancanza di un percorso formativo allineato con i bisogni del sistema produttivo a costituire la problematica maggiormente segnalata dalle aziende, assieme all’assenza di esperienza acquisita, magari con uno stage. E così, dal lato delle professioni, il Veneto fatica a trovare abili stuccatori edili (di difficile reperimento nel 92% dei casi, per le 120 figure cercate a livello nazionale), mentre soprattutto il Lazio ha difficoltà a trovare accompagnatori turistici, in particolare rimangono vacanti opportunità per 330 transferisti addetti all’assistenza e ricevimento agli arrivi e alle partenze ricercati in tutta Italia, sui complessivi 360 di cui si prevede l’assunzione (tra i diplomi richiesti per svolgere questa professione, quello maggiormente ricercato è perito aeronautico). Dal lato degli indirizzi di diploma infine, competenze e esperienze non adeguata stanno alla base della difficoltà di reperimento di ottici (in Piemonte) e di diplomati al liceo musicale da inquadrare come insegnanti di arti applicate (specie in Veneto).