(Labitalia) – La crisi aguzza l’ingegno e se il lavoro non c’è allora lo invento. E così ecco arrivare il marito in affitto, lo chef a domicilio e la vegcoach. Per gestire al meglio la propria vita sono sempre di più le donne, che sul web all’indirizzo Ilmaritoinaffitto.it, chiedono un aiuto per svolgere tutti i lavoretti e tutte le commissioni che non riescono a fare. E così il marito in affitto si occupa di fare la spesa, accompagnare i figli a scuola, andare al cinema o semplicemente sostituire una lampadina. Il compenso varia dai 20 ai 30 euro l’ora. Lavoretti di routine a parte le richieste curiose, per i mariti in affitto non mancano.
Soprattutto nei weekend, racconta Fabio Cerizza fondatore di un ‘Marito in affitto’, “veniamo affittati per portare mogli e suocere alla casa in campagna o al mare o per andare a prendere figli minorenni rimasti in panne per strada dopo una festa”. Per chi invece ha qualche problemino con i fornelli o semplicemente vuole offrire una cena un po’ piu’ speciale ad amici o alla dolce metà c’è lo chef a domicilio. Il ‘personal chef’ arriva direttamente a casa, si impossessa della cucina, e si occupa della spesa, del servizio e, infine, anche della pulizia. I menù sono personalizzati. L’unico pensiero per i padroni di casa e’ godersi la serata con gli amici e il risultato e’ garantito.
Per scoprire, invece, come avere un impatto minore sull’ambiente attraverso le scelte alimentari basta rivolgersi alla vegcoach che insegna a mangiare correttamente eliminando la carne. ”Molte persone si chiedono se, in questo tipo di alimentazione, ci sono sufficienti proteine e poi c’è chi si preoccupa di una carenza di vitamina B12 che e’ una vitamina prodotta da batteri e presente, per contaminazione, solo nei cibi di origine animale. Ma in realtà questo è un falso problema” afferma Roberta Bartocci, biologa nutrizionista, con il pallino del rispetto per l’ambiente e per la propria salute, che ha registrato il marchio vegcoach.
Molto spesso, spiega la nutrizionista veg, ”le preoccupazioni derivano dal contesto sociale e culturale che vivono le persone che sono molto scoraggiate da familiari, parenti e amici ad intraprendere un cambiamento alimentare di questo tipo”. La vegcoach, dunque, consiglia e aiuta a capire cosa mettere nel proprio carrello della spesa arrivando ad organizzare anche mini corsi di cucina. Iniziamo dalla dispensa del vegano, Ecco cosa non puo’ mancare: ”dal riso integrale, orzo, farro a tutti i prodotti derivati, pane pasta e i vari prodotti da forno che devono essere integrali e vari. Quindi non solo frumento e riso”.
Ci sono poi, ”ovviamente frutta fresca, verdura, prevalentemente cruda, e le proteine, in particolare legumi e, per chi vuole, i derivati della soia o delle proteine del grano”. Importantissimi anche ”i semi oleaginosi, ossia nocciole mandorle che sono alimenti semplici che fanno parte della nostra economia”. Ma chi è più interessato a questo tipo di alimentazione? ”Molte sono donne con una buona scolarizzazione ma anche tanti giovani”.
Le vere new entry però sono le persone anziane che ”sono incuriosite da questa alimentazione per la prevenzione e in alcuni casi anche per la cura di alcune patologie come il diabete di tipo 2″. Si tratta di una patologia legata all’alimentazione, ”troppo ricca di grassi, proteine animali e zuccheri raffinati e proprio di recente la Asl di Milano ha introdotto come protocollo di cura un piano dietetico vegano”. In certi casi, conclude la vegcoach, “anche nel diabete che insorge in età infantile ci sono dei grandi vantaggi con questo tipo di alimentazione che consente di ridurre molto i dosaggi di insulina e quindi di migliorare la qualità della vita”.