Matteo Gamerro ha 37 anni, dopo essersi laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino è stato assunto in Alenia Aermacchi e l’anno scorso ha pubblicato il suo primo libro “2grandi+2piccole”. A volte dice che forse avrebbe preferito non scriverlo quel libro “ma è andata così, la mia ragazza mi ha lasciato ed io mi sono messo a scrivere. Volevo raccontare quello che stavo vivendo. Volevo che tutti sapessero cosa ti accade quando la tua compagna prima di lasciarti ti dice che con il cellulare appeso al collo sembri un disabile”.
Già, perché quelle “2grandi + 2piccole” sono le ruote della sedia su cui Matteo è costretto a causa della sclerosi multipla, malattia che negli ultimi diciotto anni gli sta togliendo progressivamente ogni autonomia di movimento. Il suo libro, pubblicato da Edizioni Este, è scritto con schiettezza, autenticità, sensibilità, ironia ed autoironia, tratti che contraddistinguono anche le testimonianze che Matteo fa periodicamente dal 2012 in associazioni, librerie e scuole.
Per questa sua capacità di comunicare, con coerenza e profondità, creando un impatto non solo emotivo, Matteo ha già ricevuto il Premio Campione della vita 2014 di Libera e Onlus Testimone ai Testimoni, e quest’anno è stato scelto come testimonial di Avio Aero per un progetto legato al benessere in azienda.
“Quando mi hanno chiamato da Avio Aero ero entusiasta. Era ed è uno dei miei progetti e delle mie sfide: risvegliare il mondo aziendale segnato da logiche contrarie alla vita, perché le persone imparino a stare bene anche al lavoro”. E così Matteo inizia a raccontarci di questa sua prima volta: “avere davanti 80 impiegati Avio Aero di Rivalta e sapere che altrettanti erano collegati in teleconferenza dalle sedi di Pomigliano e Brindisi è stato una scarica di adrenalina. Sapevo di avere una grande responsabilità, e di avere una unica possibilità per risvegliare il loro amore alla vita, fargli riaprire il cassetto dei loro desideri, farli sentire vivi e capaci di abbandonare quelle che io chiamo le sedie a rotelle della mente che abbiamo tutti”.
Silvia Petrini, sua grande amica e HR Manager di Avio Aero che ha pensato al suo coinvolgimento nel progetto aziendale ci spiega: “Il suo intervento intitolato “vivere oltre la malattia” era parte di un progetto più ampio dedicato al benessere gestito da un gruppo di dipendenti dal nome Health Ahead, www.ge-healthahead.com, che ha la finalità di realizzare nel corso dell’anno attività informative, di condivisione e progetti che abbiano come tema dominante il benessere, la salute, la prevenzione. Finora avevamo ospitato incontri informativi per genitori con bimbi in età pediatrica, per la prevenzione tumore al seno, riorganizzazione di cibi in mensa e ai distributori automatici nel rispetto di persone affette da intolleranze e allergie alimentari. Ma l’incontro con Matteo ha toccato altre corde, segnando profondamente ogni partecipante e stimolando successive riflessioni personali ed aziendali”. Matteo minimizza, “In realtà ho solo raccontato il mondo, anche lavorativo, come lo vedo io che è poi quello che faccio sempre nel mio blog www.altezzaculo.it”. Mi spiegano che l’incontro è stato fatto intervallando racconti di Matteo, letture di parti del suo libro, e spiegazioni relative alla malattia da parte di Ignazia Cucci presidentessa dell’associazione onlus L’abbraccio.
Silvia non ha dubbi sull’esito positivo dell’incontro: “Sentirlo parlare con sincerità delle sue paure, della sua vita segnata negli ultimi anni dalla continua perdita di autonomia ha interrogato chiunque. Mentre lui diceva che bisogna saper utilizzare quel che ti resta, fosse anche solo il movimento di due dita, io pensavo che quel momento valeva più di qualsiasi manuale di auto-efficacia. E che dire del video? Altro che una fredda spiegazione dell’interdipendenza delle funzioni aziendali. È’ stato davvero efficace”.
Matteo mi mostra il video con cui ha chiuso la sua testimonianza. Dieci minuti di immagini in cui la sua vita scorre, intervallata da pensieri e parole, e alla fine ti accorgi che la sua storia è la storia di ognuno di noi. Che quel richiamo a conoscersi, ad ammettere i propri limiti, a continuare a sfidarsi, a chiedere aiuto, a cercare alleati, a fare insieme, perché insieme le cose si fanno meglio, vale per chiunque, fuori e dentro le aziende. Mentre saluto entrambi, certa che rivedrò ed inviterò Matteo in altre aziende lui mi stupisce con la sua lucidità: “spesso alla fine delle mie presentazioni le persone piangono. E va bene piangere, ma quello che io spero è che oltre a commuoversi le persone poi vivano meglio la loro vita, facendo tesoro di tutto quello che hanno, poco o molto che sia”.
Grazie Matteo. Ne faremo tesoro. Ed aspettiamo il tuo secondo libro di cui per ora mi hai detto solo il titolo “Si può fare”.
di Samantha Marcelli
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