Si prospetta un autunno complicato per il Mise e il Ministero del Lavoro, dove riparte la stagione delle vertenze per salvare aziende in crisi e il futuro di circa centomila lavoratori. All’orizzonte ci sono ben 87 tavoli di crisi, poco più della metà di quelli del 2019,e il nodo del decreto Todde-Orlando per arginare il fenomeno delle delocalizzazioni delle imprese. Alcune delle aziende saranno ricevute già durante i primi giorni dall’equipe guidata dalla viceministra, Alessandra Todde, che ha la delega alle crisi d’impresa. Tra i principali appuntamenti vi sono le seguenti aziende: Whirlpool, Elica, Blutec, ex Embraco e Gkn. Senza contare che a complicare il quadro vi sono le problematiche legate al lancio di Ita, la nuova compagnia aerea che sostituirà dal 15 ottobre Alitalia; un fronte che sicuramente si rivelerà molto complicato, dato che i sindacati sono già sul piede di guerra per il reintegro dei lavoratori della vecchia compagnia. Inoltre, i tempi sono stretti, poiché l’obiettivo del governo è di risolvere tali questioni prima delle elezioni amministrative di Ottobre. Il numero complessivo di vertenze seguito dalla viceministra Toddecomprende i 57 tavoli di crisi aperti e i 30 di monitoraggio, in quest’ultimo rientrano anche aziende che non sono in crisi ma che fanno parte di settori in crisi.
Il calendario. A dare il via alle vertenze sarà la questioneWhirlpool. Il Mise sta lavorando a un piano per il rilancio del sito di Napoli, il quale punta dare una soluzione duratura e di lungo termite. La stessa Invitalia per tale motivo sta cercando aziende primarie, oltre che consolidate, interessate ad abbracciare il piano del Ministero per lo sviluppo economico. Un primo incontropotrebbe essere fissato entro la prima decade di settembre. Per il 9 settembre, invece, è prevista la convocazione, direttamente in Sicilia a Termini Imerese del tavolo tecnico per Blutec. Per fine mese è prevista la convocazione di un incontro per affrontare la vertenza Elica, leader nella produzione di cappe da cucina. L’azienda si è impegnata a sospendere ogni azione unilaterale legata al precedente piano di licenziamenti, L’obiettivo emerso dall’ultimo incontro al Mise è quello condividere con tutte le parti un piano industriale che escluda gli esuberi e la data fissata per concludere il percorso di confronto è il 30 settembre. Nel campo della metallurgia sono previsti incontri per aziende del sud e del nord del Paese. Nello specifico, nel nord Italia la vertenza riguarda l’azienda metallurgica Slim Fusina Rolling S.r.l. al cui futuro è legato il destino di 250 lavoratori, mentre nello stesso ambito per il sud le vertenze riguardano il futuro delle aziende sardeEurallumina e Sider Alloys, primo e secondo anello della filiera dell’alluminio in Italia, dove sono in ballo complessivamente circa 700 posti di lavoro, ancora alle prese con procedure di autorizzazione.
Nodo delocalizzazione e l’attrito Giorgetti-Todde. Altro nodo da sciogliere è poi il decreto legge “recante misure urgenti in materia di tutela dell’insediamento dell’attività produttiva e di salvaguardia del perimetro occupazionale”. Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, non sembra aver apprezzato l’ultima bozza circolata, poiché non strettamente in linea con le sue disposizioni da seguire per le crisi d’impresa. Come affermato dallo stesso ministro “Quello delle delocalizzazioni è un problema che esiste ma le forme d’intervento devono essere compatibili con i principi fondamentali anche a livello comunitario e con l’esigenza che, comunque, il Paese ha di creare un ambiente favorevole agli investimenti esteri che continuiamo a ricercare”. Una esplicita critica al viceministro Todde, che al contrario difende a spada tratta il decreto, che specifica che la norma contro le delocalizzazioni non chiede di attuare norme punitive alle imprese e non presenta contrasti con l’attrazione degli investimenti. In ogni caso, il ministro Giorgettiha emanato un atto di indirizzo per le aziende che riceveranno dal Mise incentivi, agevolazioni o misure di sostegno finanziario. Tali aziende saranno tenute a rispettare una clausola ad hoc perassumere i lavoratori di aziende in crisi. La clausola specifica che “i soggetti beneficiari, nel caso in cui sia previsto un incremento occupazionale, si impegnino a procedere prioritariamente, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di addetti, e previa verifica della sussistenza dei requisiti professionali, all’assunzione dei lavoratori residenti nel territorio ove viene localizzato l’investimento che risultino percettori d’interventi di sostegno al reddito, ovvero risultino disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e, successivamente, dei lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte dai tavoli di crisi attivi presso il Mise”.
L’attacco di Confindustria ad Orlando sule delocalizzazioni. In questo contesto complicato c’è poi la posizione del Presidente di Confindustria che attacca il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sulla bozza del decreto anti delocalizzazioni, criticando la mancanza di confronto da parte dell’esponente del PD. Come affermato da Bonomi in una intervista all’Huffington Post: “Mi limito a constatare che siamo costretti a commentare misure che purtroppo continuiamo ad apprendere dai giornali. Il ministro Orlando dichiara che vuole fare un lavoro comune. Bene. E poi? Annuncia che porterà una bozza in Consiglio dei ministri. Così non va. Se si vuole fare un lavoro comune, il confronto deve precedere l’inoltro al Consiglio dei ministri dei testi dei decreti”. Tuttavia, le fonti governative assicurano che l’incontro ci sarà. La scrittura del testo, infatti, è ancora in corso e vede impegnati il ministero del Lavoro, il Mise e Palazzo Chigi, che a brevecoinvolgeranno anche i sindacati e Confindustria.