Com’è possibile che un uomo al quale hanno sospeso la patente per guida in stato di ebbrezza mentre guidava la sua auto dodici anni fa e con una condanna di un anno per una denuncia per abusi sessuali su un minore nel 2011 abbia potuto prendere regolarmente servizio in qualità di autista presso una società di trasporti che svolge un servizio pubblico, per giunta su un mezzo pieno di bambini? Com’è possibile? La società del trasporto pubblico locale Autoguidovie ha risposto asserendo che l’assunzione di Ousseynou Sy (il senegalese autore della mancata tragedia) è avvenuta nel lontano 2004 e i fatti relativi ai reati suddetti si sono verificati solo dopo la sua assunzione. La risposta è stata, da come si apprende: “Nessuno ci ha comunicato di questi fatti gravissimi, di cui apprendiamo solo ora”. La domanda a questo punto è: esiste la possibilità per le aziende di tenere costantemente aggiornato il casellario giudiziario, ovvero eventuali procedimenti penali dei propri dipendenti? La risposta è assolutamente sì.
“Qui il problema è un malinteso senso della Privacy. Dire che l’azienda non sapeva perché l’assunzione era precedente ai fatti penali non ha alcun senso – spiega il Giuslavorista e avvocato Luca Failla, co-founder di LabLaw – Le aziende hanno tutto il diritto di essere informate dai propri dipendenti (e di pretenderlo a pena anche di sanzioni ovvero il licenziamento) specialmente quando esercitano attività sensibili (servizio pubblico) o per la platea dei fruitori (minori). Un malinteso senso ultra-garantista della cosiddetta legge Privacy ha cancellato, implicitamente nel comune sentire anche delle aziende, negli anni facoltà bene precise che esistono sin dagli anni ’70. L’art. 8 dello statuto lavoratori (Legge n. 300/1970) ben consente la raccolta di informazioni rilevanti per lo svolgimento della attività lavorativa come la valutazione delle attitudini professionali dei lavoratori (vietando la raccolta di quelle che invece non lo sono). L’azienda ben avrebbe potuto pretendere di essere informata proprio dal suo autista/dipendente. Basta inserire tale obbligo nelle lettere di assunzione ovvero emanare un semplice regolamento aziendale. Lo sosteniamo da anni. Qualche buon consiglio ogni tanto andrebbe ascoltato. E’ solo per puro caso che si è evitata la tragedia oggi. Ma quante aziende si trovano nelle stesse condizioni?”